"Crimine contro di me. È caccia alle streghe": show di Trump al processo

Trump è comparso in tribunale a New York per difendersi dall'accusa di frode. E promette: "Combatterò per il mio nome e per la mia reputazione". Accusati anche i tre figli Eric, Donald Jr e Ivanka

"Crimine contro di me. È caccia alle streghe": show di Trump al processo
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Donald Trump alle prese con un nuovo episodio dei suoi guai giudiziari in quel di New York, dove era comparso davanti ai giudici l'ultima volta nell'aprile scorso. Come aveva anticipato lui stesso, il tycoon è stato preceduto da un corteo di auto partito dalla sua iconica Trump Tower per raggiungere il tribunale civile di Manhattan. Il giudice ha vietato le telecamere in aula per le dichiarazioni iniziali di accusa e difesa, sostenendo che interferiscono con il processo dopo che la richiesta era stata avanzata dai media americani. Ma nonostante il divieto, sulle tv americane sono rimbalzate le prime immagini Trump in aula sul banco della difesa, seduto tra i suoi avvocati, con un corrucciato sguardo di sfida.

Lo show di Trump all'arrivo in tribunale

"Il crimine è contro di me", ha tuonato il magnate al suo arrivo in tribunale di fronte alla stampa. Ad attenderlo, verso le 8.30 locali una mezza dozzina di manifestanti radunatisi in Centre Street, cantando "Trump mente tutto il tempo" e brandendo cartelli che dicevano "le bugie hanno delle conseguenze". Il gruppetto è stato rapidamente trasferito dalla polizia a Foley Square. Poco dopo i manifestanti sono cresciuta di numero e hanno appeso un grande striscione sulle barricate della polizia con la scritta "nessuno è al di sopra della legge". Ai microfoni della stampa issati sulla scalinata di accesso al tribunale, il procuratore generale di New York Letitia James ha affermato che "La legge è allo stesso tempo potente e fragile. E oggi in tribunale dimostreremo il nostro caso", "non importa quanto sei potente, non importa quanti soldi pensi di avere, nessuno è al di sopra della legge".

Contravvenendo ai consigli dei suoi stessi collaboratori e avvocati, Trump ha tenuto un lungo discorso di circa dieci minuti rincarando la dose contro il sistema giudiziario americano: "Questa è la continuazione della più grande caccia alle streghe", "una truffa e una farsa", uno "show horror", definendo la pm "razzista" e il giudice "canaglia". E riferendosi alla prossima campagna elettorale che lo vede, al momento, favorito nel Gop e su Biden, ha dichiarato: "Questo è un tentativo di danneggiarmi alle elezioni: il motivo per cui sono incriminato è perché mi sono candidato [...] Questa è interferenza elettorale bella e buona, stanno cercando di danneggiarmi, per non farmi andare così bene come sto andando nelle elezioni".

Le voci dall'aula: "Trump voleva vantare un certo patrimonio in pubblico"

Secondo l’accusa, gli imputati hanno ricevuto tassi di interesse notevolmente favorevoli sui prestiti per i quali hanno utilizzato le dichiarazioni finanziarie e hanno guadagnato più di 250 milioni di dollari. In aula è stato mostrato, inoltre, un video dell'ex avvocato Michael Cohen, il faccendiere dell'ex presidente dalla cui testimonianza ha avuto origine l'inchiesta. Nelle immagini Cohen spiega che Trump voleva essere pubblicamente riconosciuto come uno che aveva un certo patrimonio netto e che il lavoro di Cohen, così come quello dell'ex direttore finanziario della Trump Organization, Allen Weisselberg, era di rivedere il valore di ciascuno dei beni del tycoon per arrivare a quella cifra. Durante la proiezione, Trump ha fissato attentamente lo schermo, tenendo le braccia conserte e scuotendo di tanto in tanto la testa in segno di disapprovazione.

"Il presidente Trump ha guadagnato miliardi di dollari creando uno degli imperi immobiliari di maggior successo al mondo e ha fatto una fortuna comportandosi letteralmente nella maniera giusta". Così ha commentato Chris Kise, uno degli avvocati che assiste il magnate nel processo. A suo avviso le stime del procuratore generale sono speculative. "Ognuno ha un'opinione diversa sulla valutazione" degli asset, è "l'essenza del mercato immobiliare commerciale, dove gli acquirenti hanno una visione, i venditori ne hanno un'altra, ma nessuno di loro ha torto", ha spiegato, presentando alcuni dei 127 testi della difesa, tra cui diversi esperti sui metodi di valutazione e persone coinvolte nelle decisioni sui prestiti.

Un processo "tecnico" per l'intera famiglia Trump

Da qui inizierà un processo civile nei suoi confronti per frode, dove combatterà per "il suo nome e la sua reputazione". Dito puntato contro il procuratore generale di New York Letitia James, che lo ha citato in giudizio, e contro il giudice Arthur Engoron, che presiede il processo senza giuria. "Tutto questo caso è una vergogna. Ci vediamo in tribunale lunedì mattina", aveva scritto Trump. Il magnate, candidato del Gop, è accusato di aver commesso frodi per anni mentre costruiva il suo impero immobiliare, fornendo per almeno una decina di anni false informazioni finanziarie, gonfiando il valore degli asset fino a 3,6 miliardi di dollari nei confronti di banche e assicurazioni.

Un processo per lo più tecnico con decine di testimoni, fra i quali tre dei figli di Trump, Eric, Donald Jr e Ivanka, l'ex direttore finanziario della Trump Organization, Allen Weisselberg, l'ex avvocato di Trump, Michael Cohen, poi diventato uno dei suoi nemici giurati. La questione reputazione non è affatto secondaria in questa ennesima vicenda giudiziaria, poichè se fino ad ora le accuse ricevute sono state indirizzante, di volta in volta, al presidente, all'ex presidente, all'uomo o al politico, questo processo prende di mira Trump come businessman.

Si tratta di un colpo al cuore della sua credibilità come imprenditore, quella che gli ha permesso la scalata in politica e la fama di magnate internazionale. Se questa accusa lo trovasse colpevole, non c'è da stupirsi se buona parte dell'America bacchettona fosse pronta a destituirlo bollandolo come robber baron, un'accusa ben più infamante di tutte le altre nelle logiche veteropuritane americane.

Trump di nuovo in aula come testimone?

Oltre alla prima giornata, Trump potrebbe tornare in tribunale come testimone. Durante un evento elettorale in California venerdì non ha voluto anticipare nulla di preciso e a chi gli chiedeva se sarebbe comparso in aula, si è limitato a rispondere: "Potrei, potrei". Il suo nome figura infatti nella lista di 28 persone che James intende convocare alla sbarra. Tra loro ci sono l'ex avvocato di Trump Michael Cohen, figura chiave nell'inchiesta svolta dalla procura di New York, la figlia Ivanka, i co-imputati Allen Weisselberg e Jeffrey McConney e molti ex manager della Trump Organization.

Il primo a testimoniare sarà l'ex contabile Donald Bender, della Mazars Usa, che l'anno scorso ha interrotto i suoi rapporti d'affari con Trump dopo essere stato informato dello stato dell'inchiesta di James. Bender avava già testimoniato nel processo penale del 2022 alla Trump Organization, accusata e poi giudicata colpevole di aver aiutato alcuni dirigenti ad evadere le tasse. In quell'occasione l'ex contabile aveva dichiarato che tra il 2009 e il 2010 nella dichiarazione dei redditi del tycoon risultavano ingenti perdite pari ad oltre un miliardo di dollari. Oltre ai testimoni in lista (Trump è il penultimo), la procuratrice ha pronti i nomi di altre 25 persone che potrebbero essere chiamate per confutare la difesa. Nell'elenco degli avvocati del magnate compaiono, invece, 130 nomi, tra cui lui e i suoi figli.

I prossimi appuntamenti giudiziari di Trump

Il processo apertosi oggi fa da anteprima a una maratona giudiziaria per il 77enne candidato alla Casa Bianca. In questa causa, tuttavia, non può essere condannato al carcere, sebbene questo processo sia un'anticipazione delle prossime scadenza giudiziarie in grado di turbare la sua campagna per la nomination repubblicana. In sede penale Trump è coinvolto in quattro cause differenti, che per ora non hanno intaccato la sua popolarità fra l'elettorato del suo partito come dimostrano alcuni recenti sondaggi.

Il 4 marzo l'ex presidente dovrà comparire davanti a un tribunale federale di Washington per aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali vinte nel 2020 da Joe Biden. Seguiranno i processi nello Stato di New York per frodi contabili e in Florida per la sua presunta gestione negligente di documenti confidenziali dopo la fine del suo mandato presidenziale.

Questo processo, come il precedente in quel di New York, sarà certamente suscettibile della location in cui si svolgerà: nel cuore della capitale finanziaria della nazione, ove i reati legati a finanza e fiscalità vengono meno tollerati che in altri angoli del Paese.

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