14 morti e tanto dolore: due anni dalla tragedia del Mottarone

Il 23 maggio del 2021 la caduta della cabina numero 3 della funivia: un unico sopravvissuto, il piccolo Eitan. Pochi giorni fa la chiusura delle indagini da parte della Procura della Repubblica

14 morti e tanto dolore: due anni dalla tragedia del Mottarone
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Con l’emergenza Covid-19 quasi alle spalle e un clima favorevole, domenica 23 maggio 2021 rappresenta la classica giornata da dedicare a un po’ di svago e spensieratezza. Sulle pendici del Mottarone splende un sole primaverile e la funivia che collega Stresa e la montagna gruppo del Mergozzolo è già rientrata in funzione da circa un mese. La teleferica inizia le sue corse alle 9.30, tutto funziona regolarmente. Almeno fino alle 12.30, quando a pochi metri dalla stazione di monte la fune traente dell’impianto si spezza e causa il distacco della cabina numero 3: questa inizia a scivolare all’indietro, aumentando esponenzialmente la sua velocità e andando a sbattere contro uno dei piloni del tracciato. La cabina precipita dunque al suolo dopo una caduta di oltre venti metri, rimanendo incastrata in una zona boschiva.

Il bilancio è tragico: 14 morti e un unico sopravvissuto, il piccolo Eitan Biran. Tra le vittime, gran parte della sua famiglia israeliana e residente nel pavese: il padre Amit Biran (30 anni), la mamma Tal Peleg (26 anni), il fratello Tom (2 anni) e i bisnonni Barbara Cohen Konisky (71 anni) e Itshak Cohen (82 anni). Niente da fare nemmeno per il piccolo Mattia Zorloni (5 anni) e per i suoi genitori Vittorio Zorloni (55 anni) ed Elisabetta Persanini (37 anni). E ancora la 27enne Serena Cosentino e il fidanzato Mohammed Reza Shahisavandi (30 anni), i fidanzati Alessandro Merlo (29 anni) e Silvia Malnati (27 anni) e infine Roberta Pistolato (40 anni) e Angelo Vito Gasparro (45 anni). Tante coppie spezzate, tante vite andate in fumo per un dramma difficile da accettare.

Negli ultimi due anni si sono moltiplicati eventi, emozioni e colpi di scena. Dopo il sequestro dell’impianto, via alle indagini per ricostruire l’esatta dinamica degli eventi. I dubbi sul sistema frenante seguiti dall’acquisizione di documenti, dagli interrogatori del caso e dai fermi. Parallelamente, la vicenda del piccolo Eitan, rapito dal nonno materno e portato in Israele. Un caso risolto dopo meno di due mesi, con il rientro del piccolo in Italia.

È di pochi giorni fa la notizia della chiusura delle indagini sulla tragedia del Mottarone, una catena di omessi controlli, anomalie e piccoli incidenti, senza dimenticare i mancati o insufficienti investimenti. Un insieme di“negligenza, imprudenza, imperizia” e “violazione” delle norme sulla sicurezza dei trasporti secondo la Procura di Verbania. Indagati otto soggetti, per la precisione due società e sei persone fisiche: Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore d'esercizio e capo servizio dell'impianto, Anton Seeber, presidente del cda, Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabanser, responsabile del Customer Service. Le accuse contestate a vario titolo sono attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose gravissime. Per Tadini e Perocchio anche l’accusa di falso.

Questa mattina, alle ore 11.00, si è tenuta presso la chiesetta della Madonna della Neve, in vetta al Mottarone, la messa in ricordo delle 14 vittime del tragico schianto di due anni fa. "Una giornata triste ove i ricordi riaffiorano come in un brutto film", le parole all'Agi della sindaca di Stresa Marcella Severino. Il parroco di Stresa don Gian Luca Villa non ha utilizzato troppi giri di parole nel corso del suo intervento: la recente chiusura delle indagini da parte della Procura di Verbania ha rivelato "chiare e gravissime responsabilità umane che hanno comportato la morte di innocenti.

L'incidente non è stato un castigo divino, non il frutto di un imprevedibile fato, non un crudele destino". Presenti anche i nonni paterni di Eitan, diventato il simbolo di una giornata che ha sconvolto l’intero Paese.

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