Mottarone, il perito in aula "Danni visibili da un anno"

La rivelazione choc del consulente del gestore. L'ipotesi: 25 milioni per i parenti delle vittime

Mottarone, il perito in aula "Danni visibili da un anno"

«Il degrado della fune era visibile almeno un anno prima del cedimento e ci si poteva già accorgere che stava succedendo qualcosa».

Una notizia agghiacciante, quella comunicata da Andrea Gruttadauria, docente al Politecnico di Milano e consulente tecnico della difesa di Gabriele Tadini, il capo servizio della funivia del Mottarone, il primo ad aver ammesso l'uso dei «forchettoni», per bloccare i freni d'emergenza dell'impianto. L'esperto ieri ha parlato a Verbania, dove si sta svolgendo l'incidente probatorio sulla tragedia della funivia del Mottarone. «Si poteva vedere che stava succedendo qualcosa - ha sottolineato - perché secondo la mia valutazione, che deriva da esperienza e studi specifici, erano già presenti le prime avvisaglie. Lo abbiamo potuto capire nelle analisi di laboratorio, vedendo come si è propagata la fessurazione della fune». «Difficile invece - ha agiunto il consulente del legale di Tadini, l'avvocato Marcello Perillo - stabilire con certezza le cause della rottura, che come dice la perizia è stata determinata da una somma di fatica e corrosione, la cui origine però è molto difficile da determinare».

Quella di oggi dovrebbe essere l'ultima udienza in calendario se, come si prevede, sarà sufficiente per esaurire sia le ultime domande poste dalle parti ai periti, sia le eventuali eccezioni di nullità che le difese potranno presentare per escludere parti della perizia tecnica dal fascicolo, che costituirà elemento essenziale del processo. Se così sarà, l'incidente probatorio terminerà e la Procura potrà chiudere le indagini preliminari e formulare le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione. A meno che non ci siano novità in arrivo, come il coinvolgimento di altri soggetti nello schianto della cabina 3 del Mottarone, che il 23 maggio 2021 costò la vita a 14 persone.

La giornata di ieri era iniziata con le domande dell'avvocato dei vertici di Leitner, Paolo Corti, al collegio dei periti scelto dal giudice per esprimersi «sulle cause». Poi c'è stato l'esame dei consulenti tecnici di parte, a cominciare dagli informatici, convocati dagli avvocati di Enrico Perocchio, il direttore di esercizio della funivia. Sempre ieri sono circolate le prime ipotesi sul risarcimento ai familiari delle vittime. Basandosi esclusivamente sui massimali previsti dalle tabelle di Milano, la cifra potrebbe lievitare fino a circa 34 milioni di euro, ma gli avvocati reputano quella di 25 milioni la cifra più verosimile. Sul tavolo, da alcuni mesi, ci sono già dieci milioni di euro messi a disposizione da Reale Mutua, la compagnia che assicurava Funivie del Mottarone, la società gestita da Luigi Nerini.

I difensori evidenziano come i risarcimenti potrebbero assumere un peso rilevante nel processo, consentendo l'uscita di scena delle parti civili dall'eventuale dibattimento. Oggi tocca al controesame degli ultimi periti di parte. Parleranno le difese della società Leitner, della società Sateco, subappaltatori della Leitner, e di Luigi Nerini. Così l'incidente probatorio arriva all'epilogo.

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