Aggredito in pieno giorno da due spacciatori immigrati (irregolari) al parco Sempione di Milano

Il giovane fa parte del comitato sicurezza anti-borseggi e da diverso tempo gira per le strade e i parchi cittadini segnalando i pusher e borseggiatrici. Dopo che con il suo fischietto ha cercato di bloccare lo spaccio in corso, è stato preso di mira e aggredito. Oltre al danno la beffa: i suoi aggressori l'hanno controdenunciato

Aggredito in pieno giorno da due spacciatori  immigrati (irregolari) al parco Sempione di Milano

Thomas è un ragazzo di 19 anni che vorrebbe rendere più sicura la città in cui vive, Milano. Fa parte del comitato sicurezza anti-borseggi e da diverso tempo gira per le strade e i parchi cittadini segnalando i pusher e le borseggiatrici. In molti conoscono il 19enne proprio per questa sua attività. Nel primo pomeriggio di sabato, verso le 15.20, è stato aggredito e minacciato da alcuni spacciatori, immigrati nordafricani irregolari, al parco Sempione. Non è la prima volta che Thomas viene aggredito mentre segue quella che lui stesso chiama la sua "vocazione". Oggi ha raccontato a noi de ilGiornale.it la sua ultima disavventura, che gli è costata 7 giorni di prognosi, sottolineando che la città non è sicura e che anche in pieno pomeriggio, quando i genitori portano al parco i propri figli, c'è chi spaccia indisturbato cocaina e altre sostanze stupefacenti.

Perché ieri si trovava al parco Sempione? Che ora era?

"Era pieno pomeriggio, le 15.20. Sono andato perché una persona mi aveva segnalato che era in corso spaccio di droga al parco Sempione. Tra l'altro il posto era pieno zeppo di persone perché c'era anche un evento di grosso rilievo. Quando sono arrivato ho iniziato a girare tranquillamente, fingendomi un turista e senza chiedere nulla a nessuno. A un certo punto, vicino al laghetto, sono stato fermato da un gruppo di spacciatori che mi hanno chiesto se volessi comprare qualcosa. Quando ho chiesto se avessero stupefacenti mi hanno subito guardato il polso, insospettiti dal fatto che io avessi due orologi (uno è per l'ora, mentre l'altro è un registratore). La trattativa sembrava finita lì, ma quando hanno visto che me ne stavo per andare hanno cercato di vendermi della roba".

Ha chiesto loro qualcosa di specifico?

"Sì, ho domandato se avessero della cocaina e loro hanno risposto affermativamente, chiedendomi 80 euro. Avendo ormai avuto la conferma che fossero proprio degli spacciatori ho fatto qualche passo indietro e ho iniziato ad attirare l'attenzione su di loro urlando che erano pusher e utilizzando il mio solito fischietto, quello che io e altri ragazzi usiamo contro le borseggiatrici in metropolitana".

E loro come hanno reagito?

"Alcuni se ne sono andati mentre altri due hanno cominciato ad aggredirmi. Il primo mi ha raggiunto in modo minaccioso e subito, preoccupato che la situazione potesse degenerare, ho tirato fuori dalla tasca lo spray al peperoncino urlandogli di stare indietro che altrimenti lo avrei usato. Lui ha continuato ad avvicinarsi e io ho prima azionato lo spray e poi mi sono allontanato di circa 5 metri. Il secondo spacciatore, che non avevo visto, mi ha afferrato il braccio da dietro, ha afferrato il fischietto che io tenevo legato al collo con un laccio e me lo ha strappato di netto, facendomi un taglio al collo".

A quel punto è riuscito a scappare?

"No, abbiamo avuto una colluttazione durata una manciata di secondi nella quale non so dire esattamente cosa sia successo in ordine cronologico. Ricordo però che quell'uomo mi ha rotto gli occhiali e la manica della maglia che indossavo. Ho anche avuto un taglio alla nocca della mano che adesso mi sta facendo infezione".

Si è recato al pronto soccorso?

"Dopo sì, ma prima ho cercato di recuperare gli occhiali rotti da terra perché senza quelli ho difficoltà a vedere. Mentre ero chinato gli spacciatori di prima erano tornati all'attacco ma fortunatamente è intervenuto un passante che mi ha avvertito e fatto andare via. Quando mi sono allontanato ho immediatamente raggiunto una volante che si trovava a poca distanza da me. I poliziotti mi hanno fatto salire in macchina e io ho spiegato loro che molto probabilmente chi mi aveva aggredito era ancora nel parco. Siamo tornati quindi dove era successo tutto".

E i suoi aggressori sono stati presi?

"Sono riuscito a identificare i due soggetti, due irregolari senza documenti, che sono stati fermati dalle forze dell'ordine. Io ero in macchina e ho visto arrivare altre due volanti perché nel frattempo la situazione si era surriscaldata: c'erano almeno una trentina di nordafricani che mi guardavano dal vetro, minacciandomi di morte e di darmi fuoco con l'accendino. Un agente mi ha detto: 'Resta in macchina e non uscire assolutamente. Se scendi questi ti massacrano'. Anche i poliziotti hanno rischiato".

Sono riusciti a portare in commissariato i due soggetti che lei aveva identificato?

"Sì, e anche io sono stato accompagnato in commissariato. Dopo aver sporto denuncia i poliziotti mi hanno consigliato di andare in ospedale a farmi refertare, anche per tutelarmi".

In che senso per tutelarsi?

"Perché ho sentito che i miei aggressori hanno detto che sono stato io ad aggredire loro, cosa ovviamente falsa; e poi perché quello che riporta danni alla fine sono io, loro stanno benissimo. 'Magari perdi una notte, però fatti refertare subito perché questi se hanno fatto la controdenuncia, e l'hanno fatta, poi rischi di finire nei guai tu che ti sei difeso'. Sono quindi andato al pronto soccorso dove i medici mi hanno dato 7 giorni di prognosi per tagli sparsi in tutto il corpo, soprattutto al collo e alla mano, e varie escoriazioni. Inoltre durante la colluttazione mi è arrivato dello spray al peperoncino addosso e ieri avevo tutta la pelle irritata. Il collo e la spalla sono rossi e mi fanno ancora male".

Perché è andato da solo dopo aver ricevuto la segnalazione dall'utente? Non c'era nessuno che poteva accompagnarla?

"Purtroppo no, un conto è andare contro le borseggiatrici, che è comunque pericoloso, un conto è contro gli spacciatori. Sono anni che cerco qualcuno che venga con me ma non ci sono ancora riuscito. Sai che alla fine rischi di farti male".

E perché lei va comunque contro i pusher anche se sa cosa rischia?

"Lo faccio perché me la sento di farlo però dopo questa volta ho deciso comunque di calmarmi un po'. Non per me, io continuerei ad andare avanti, ma lo faccio soprattutto per i miei familiari che sono preoccupati.

Quest'anno ho anche gli esami di maturità. Adesso ci sarà comunque un processo contro queste persone che ho identificato e spero che paghi chi davvero deve pagare, e non io che sono la parte lesa. Altrimenti sarebbe davvero assurdo".

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