Il problema sicurezza a Milano non sembra essere stato ancora affrontato come sarebbe necessario fare. Noi de IlGiornale.it in più occasioni verificato con i nostri occhi cosa accade in certe zone della città, in tutte le ore del giorno e della notte. Quartieri interi che sono in mano alla malavita: spacciatori, borseggiatori e delinquenti che aspettano solo di attaccare briga con qualcuno.
I precedenti
Lo scorso 25 settembre eravamo andati in stazione centrale accompagnati da alcuni ragazzi della squadra antiborseggi che cercano di allertare i cittadini e i turisti riguardo la presenza di borseggiatrici, spesso incinte, che con sveltezza derubano le persone in metropolitana e nelle vie del centro. Particolarmente violente, in quella occasione ci avevano aggrediti a borsate e sputandoci addosso. Poco dopo avevamo documentato l’aggressione a una studentessa 20enne, Cristina, che aveva avuto la sola colpa di aver avvertito una persona che la stavano derubando. Il gruppo di ladre l’aveva poi isolata, circondata e picchiata, vendicandosi di quella giovane che aveva mandato in fumo il loro lavoro. Quando avevamo intervistato Cristina, aveva ancora la voce strozzata dal pianto a ripensare a quanto subito poche ore prima.
Sempre i soliti spacciatori
Sabato mattina un altro ragazzo è stato aggredito, preso a pugni e calci, questa volta da un gruppetto di spacciatori, tutti nordafricani. Tutto è cominciato vicino al chioschetto di souvenir lato piazza Luigi di Savoia, e proseguito fino alle scale della metropolitana. Abbiamo raggiunto Thomas al telefono, questo il nome del 19enne che è stato picchiato in piazza Duca d’Aosta sabato 19 novembre. La prima cosa che ci ha detto è stata che nessuno dei presenti è intervenuto per aiutarlo o chiamare la polizia. Tutto ha avuto inizio verso le 9.30, quando il ragazzo si trovava davanti alla stazione Centrale perché aveva appuntamento con Mattia, un altro giovane che come lui fa parte della squadra antiborseggi. Camminando si era reso conto che c’erano i soliti spacciatori, che ormai lo conoscono bene e gli stanno lontano.
In due contro uno
Ce n’era però uno nuovo, sempre nordafricano, che lo ha raggiunto per vendergli delle sostanze stupefacenti. A quel punto Thomas ha subito cercato di accendere la videocamera ma un altro pusher, che lo aveva riconosciuto, gli si è scagliato contro strattonandolo per strappargli la telecamera e riuscendo a rompere la tracolla. Entrambi gli stranieri hanno iniziato a prenderlo a schiaffi, pugni e calci. Fortunatamente il povero ragazzo aveva le protezioni, e pratica arti marziali, ma da solo contro due energumeni nordafricani ha potuto fare ben poco. Questi si sono poi allontanati e Thomas ha visto uno di loro vicino alle scale mobili della metropolitana di piazza Duca d’Aosta che stava distruggendo la telecamera. “Ho provato a bloccarlo per riprenderla ma l’altro, da dietro, mi ha staccato da lui. Mi ha spinto a terra e colpito con schiaffi e calci alla schiena. Mentre ero a terra mi ha anche sfilato il cellulare”, ha ricordato. Il ragazzo è stato poi spinto giù dalle scale mentre continuavano le percosse nei suoi confronti. Ancora adesso ha ammesso di avere un forte dolore al polso:“Non è la prima volta che vengo colpito ma mai così violentemente come questa volta”.
Nessuno è intervenuto per aiutarlo
Le persone presenti non sono intervenute per aiutarlo, solo una signora ha urlato loro di smetterla ma poi si è subito allontanata. La polizia non era presente, ma comunque ci è stato detto da più persone che non interviene mai. Come ci è stato raccontato, i poliziotti si posizionano vicino all’esercito, mentre i pusher si mettono ben lontani. “Quando mi sono rialzato, non avendo più il telefono per avvertire la polizia, mi sono avvicinato all’esercito. I militari mi hanno solo detto di recarmi al binario 21 a chiedere, senza intervenire loro stessi”. Al binario 21 della stazione centrale di Milano ci sono gli uffici della Polfer, la polizia ferroviaria.
Rimbalzato da un commissariato all'altro
Thomas ci ha spiegato che gli spacciatori sono tutti nordafricani, si appostano in gruppi agli angoli della stazione e, quando vengono presi, dopo poco tornano in libertà. “Ora non vado più da solo, mi faccio accompagnare”, ha affermato. Una volta, a seguito di una aggressione, il 19enne si era recato in commissariato per fare un esposto, che però non era stato accolto e il giovane era stato rimbalzato da un commissariato all’altro. “Indifferenza totale della polizia.
Se la polizia non fa niente, sono i cittadini che devono agire?”, si è chiesto Thomas che in futuro vuole proprio diventare poliziotto e aiutare i cittadini. “Io ho una sorella piccola. Ho paura per lei e per mia mamma”, ha concluso amareggiato il giovane.Segui già la pagina di Milano de ilGiornale.it?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.