“Il glicine è salvo”. Sala cede alle pressioni e modifica il progetto del museo della Resistenza

Il glicine di piazza Baiamonti a Milano non verrà abbattuto ma solo potato: questa la promessa del sindaco Beppe Sala dopo le mobilitazioni

“Il glicine è salvo”. Sala cede alle pressioni e modifica il progetto del museo della Resistenza
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La battaglia dei cittadini di Milano per salvare il glicine secolare di piazza Baiamonti ha avuto successo. Dopo aver minacciato i cittadini e usato quasi l'arma del ricatto morale dopo le proteste che hanno visto i milanesi in piazza per evitare l'abbattimento dell'albero, Beppe Sala ha annunciato che il glicine non verrà sacrificato per la realizzazione del museo della Resistenza.

"La nostra proposta è la seguente e mi sembra una proposta che ha riscontrato positività: salvare integralmente il glicine, che verrà potato per permettere i lavori ma in un paio di anni tornerà esattamente come oggi", ha detto il sindaco incontrando le rappresentanze cittadine. I milanesi chiedevano al sindaco di preservare quell'angolo di verde cittadino dalla cementificazione, salvandone gli alberi che costituiscono un piccolo polmone di natura in un'area altrimenti molto poco green. La risposta del sindaco sembra essere quasi un compromesso salomonico: "Ci sono cinque piante, quattro tigli e un bagolare, i due tigli li possiamo salvare al 100%, sugli altri si lavorerà. Mi pare di capire che questa proposta sia stata presa positivamente e mi attendo che in giornata ci sia, dalle persone presenti al tavolo, una conferma, perché noi ci siamo impegnati domani a consegnare i terreni".

Si conclude così, quindi, una battaglia condotta da decine di migliaia di cittadini che non riuscivano a concepire in che modo un sindaco che si dichiara green come Beppe Sala potesse sacrificare a cuor leggero un glicine centenario. La costruzione del museo della Resistenza sembra avere un valore importante, più simbolico che altro, per il sindaco, che era pronto ad andare contro il volere della cittadinanza pur di potersi fare vanto. "Il glicine rimarrà lì, solo potato ma rimarrà lì integralmente, bisognerà pensare che per un paio di anni non lo si vedrà delle dimensioni attuali ma ricrescerà esattamente come adesso. Si sta lavorando ad una modifica del progetto, che però mi rende tranquillo perchè non comporta costi eccessivi", ha ribadito Sala e non ci saranno nemmeno dilatazioni nelle tempistiche.

Dai comitati alla politica c'è soddisfazione per la decisione del sindaco di non abbattere l'albero. È stata una battaglia portata avanti con convinzione e con dedizione dall'opposizione di Palazzo Marino. "Questa è una vittoria per tutti i milanesi che così potranno continuare a godere di questo magnifico simbolo cittadino dal valore storico e culturale inestimabile. Spiace solamente che il Comune si sia accorto ora della sua importanza", ha detto il consigliere comunale di Forza Italia e assessore regionale al Territorio e Sistemi Verdi, Gianluca Comazzi.

Al tavolo non si sono seduti i rappresentanti del circolo Combattenti. "Senza nessuna spiegazione, curiosamente non siamo stati invitati e non è la prima volta che succede che veniamo a sapere di questi incontri solo dopo.

Il motivo va chiesto a loro, noi non vediamo nessuna ragione dato che sin dal 2019 abbiamo dato tutta la disponibilità a lavorare col Comune e trovare un punto d'incontro", ha affermato Alessandro Laner, presidente del Circolo, all'Agi, sottolineando di voler avere chiarezza anche sul destino del giardino.

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