Le lamentele eccessive, la richiesta di partecipare alle pulizie di casa, i litigi continui. Queste sono soltanto delle ipotesi sui motivi che hanno spinto un trentaseienne di Montoro, provincia di Avellino, a lasciare gli arresti domiciliari e consegnarsi ai carabinieri per farsi portare in carcere. La spiegazione dell’uomo agli agenti è stata perentoria: meglio la galera che mia moglie. Ma non si tratta di un caso isolato: il fenomeno è in crescita esponenziale già da diverso tempo.
Il caso di Avellino
Indagato per spaccio di sostanze stupefacenti, il trentaseienne era sottoposto al provvedimento limitativo di libertà personale presso la propria abitazione dal mese di giugno 2023, ma nella serata di venerdì ha deciso di lasciare moglie e domicilio. L’uomo ha dunque raggiunto la Stazione locale dei carabinieri, sottolineando di non tollerare un minuto di più la convivenza forzata con la coniuge, proponendo la soluzione per mettere d’accordo tutti: il ritorno nella struttura carceraria per scontare il resto della sua pena. Per risultare ancora più convincente, ha spiegato che se fosse rimasto ancora in casa con la compagna ci sarebbero state delle gravi conseguenze. Denunciato dai militari con l’accusa di evasione, l’irpino è stato accontentato: su disposizione della Procura, è stato trasferito nel carcere di Avellino.
I precedenti
Come anticipato, quanto accaduto ad Avellino non rappresenta esattamente una novità. Anzi, negli ultimi mesi si sono moltiplicati i casi di uomini che hanno preferito tornare dietro le sbarre piuttosto che trascorrere gli arresti domiciliari con le moglie. Appena un mese fa ad Alcamo, provincia di Trapani, un quarantenne è evaso due volte consecutive per avere la certezza di fare ritorno in galera. “Non ce la faccio più, preferisco il carcere piuttosto che stare in casa con quella donna”, la confessione dell’uomo originario di Castelvetrano. Un altro episodio simile risale allo scorso maggio, a Suzzara, in provincia di Mantova, con un quarantacinquenne napoletano disposto a tutto pur di lasciare il tetto coniugale.
Tra i casi più paricolari, quello di un quarantatreenne di Cattolica che un anno fa si strappò il braccialetto elettronico, implorando i militari di portarlo in carcere, esasperato dopo l’ennesimo litigio con la coniuge per via delle pulizie domestiche. Ma non tutto è andato per il “meglio”: l’udienza venne rinviata per lo sciopero dei magistrati e nell’attesa tornò nuovamente agli arresti domiciliari. Insieme alla moglie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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