Già alla vigilia del festival, avevano "suggerito" agli organizzatori di cancellare dal programma l'evento specifico che prevedeva la presenza dell'ex-senatore Simone Pillon. E dinanzi al "no", hanno rilanciato: prima hanno tentato di impedire all'esponente della Lega di parlare, poi hanno continuato ad insultare lui e i partecipanti all'incontro per diversi minuti. Questa l'iniziativa di militanti ed attivisti di sinistra durante il "Festival della Parola" andato in archivio a Chiavari proprio nelle scorse ore. Una rassegna che ha visto sfilare in veste di ospiti anche Nicola Gratteri, Piero Pelù, Giordano Bruno Guerri, Rocco Tanica e Sabina Guzzanti, tra gli altri. Nel segno del pluralismo, l'organizzazione ha invitato anche Pillon, che è intervenuto durante l'evento "Un confronto sul tema LGBTQIA+".
Il blitz della sinistra
E se "Liguria Pride" aveva già chiesto al direttore artistico di depennare dalla lista il nome di Pillon, l'arrivo dell'ex-senatore del Carroccio è coinciso con l'apice delle proteste dei militanti della sinistra: c'erano a quanto sembra anche esponenti e simpatizzanti dell'Anpi, del PD e di Rifondazione, oltre che rappresentanti delle associazioni Lgbt. Non solo avrebbero provato ad impedire a Pillon di tenere il suo discorso, ma avrebbero continuato ad insultarlo anche durante l'esposizione. I manifestanti hanno a lungo cantato "Bella Ciao" al di fuori della tensostruttura che ospitava l'evento, ma avrebbero rifiutato l'invito degli organizzatori a salire sul palco per dare vita ad un dibattito civile. Anzi, avrebbero addirittura dato loro dei fascisti. E anche per questo l'organizzazione del Festival ha attaccato duramente i contestatori, manifestando solidarietà a Pillon.
Gli organizzatori del festival: "Contestazione inopportuna"
"A nostro avviso è stato inopportuno che la comunità LGBTQIA+, il PD, Rifondazione e Anpi si siano presentati con striscioni su cui hanno scritto “Continueremo a (r)esistere con amore”, urlando slogan da stadio e insulti a chiunque stesse dall’altra parte della “barricata” che hanno voluto erigere loro. La parola ricorrente è stata “vergogna” - si legge in una nota pubblicata sulla pagina Facebook del Festival della Parola - ma gli organizzatori non si vergognano di aver dato voce a due pensieri diversi perché il festival è sempre stato apolitico. Abbiamo invitato i rappresentanti delle associazioni LGBTQIA+, strumentalizzati dalla sinistra, a intervenire sul palco per spiegare i motivi della loro protesta. Ma c’è stato un rifiuto netto da parte loro: non hanno voluto misurarsi con la controparte e ci hanno dato dei fascisti".
Il commento di Pillon: "Se lo avessimo fatto noi..."
D'altro canto, lo stesso Pillon non ha risparmiato una "stoccata" ironica alla sinistra, all'Anpi e ai rappresentanti delle associazioni che lo hanno contestato.
Partendo da una domanda provocatoria: cosa sarebbe successo se a contestare fossero stati attivisti di destra? "A Chiavari tendone pieno per il mio confronto con gli organizzatori e gli ospiti del Festival della Parola - le sue parole - sullo sfondo la democratica e inclusiva intolleranza dei soliti tolleranti e inclusivi. Lo avessimo fatto noi...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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