Terremoti Campi Flegrei, De Luca: "Piano di evacuazione va aggiornato

Il governatore della Campania ha fatto il punto sulla situazione dei Campi Flegrei spiegando che non c'è alcun allarme ma è "bene aggiornare il piano"

Terremoti Campi Flegrei, De Luca: "Piano di evacuazione va aggiornato

"Stiamo lavorando all'aggiornamento del piano di allontanamento dai Campi Flegrei". È questo l’annuncio fatto dal presidente della Giunta Regionale, Vincenzo De Luca, nel corso della consueta diretta Facebook del venerdì. Il governatore, però, ha precisato che non c'è alcun allarme ma è "bene aggiornare il piano".

Da tempo l’area dei Campi Flegrei è interessata dal sollevamento del suolo e da sciami sismici, eventi collegati al fenomeno del bradisismo. Molti i terremoti registrati, seppur di lieve entità: parte di essi, però, sono stati chiaramente avvertiti dalla popolazione in quanto superficiali. Solo nei primi tre mesi di quest’anno le scosse che hanno interessato l’area sono state ben 1.107. Attenzione sì ma nessun allarmismo. Si lavora, quindi, all’aggiornamento del piano.

Già nel 2019 la Regione ha partecipato ad alcune esercitazioni con la Protezione civile nazionale. Il piano prevede che la popolazione interessata dagli eventi venga allontanata entro le 72 ore dal momento della dichiarazione dello stato di allarme. Quello in corso di aggiornamento coinvolge i Comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Giugliano, Marano e alcune aree di Napoli. Tra le zone della città partenopea figurano per intero le Municipalità 9 (Soccavo e Pianura), 10 (Bagnoli e Fuorigrotta) e alcune zone delle Municipalità 1 (San Ferdinando, Posillipo e Chiaia), 2 (Montecalvario), 5 (Arenella e Vomero) e 8 (Chiaiano).

"Il piano prevede dei punti di raccolta in 7 Comuni, 32 aree di attesa, 6 aree di incontro per il trasferimento. Insomma si tratta di un programma enorme per essere continuamente aggiornati", ha spiegato ancora De Luca che ha anche evidenziato "che si tratta di un lavoro enorme su un territorio molto esteso che riguarda una popolazione rilevante della nostra Regione".

La situazione nei Campi Flegrei

Solo pochi giorni fa l'ultimo bollettino dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha rilevato che nei Campi Flegrei si sta registrando un aumento della frequenza di piccoli terremoti generati dal sollevamento del suolo in atto da anni nell'area. Solo nell’ultima settimana (tenendo conto che il documento è stato reso pubblico lo scorso 18 aprile) sono state 66 le scosse registrate. Si tratta del numero più alto dall'inizio del 2023.

"Si tratta per lo più di eventi di lieve entità, come quelli documentati la scorsa notte (tra il 17 aprile e il 18 aprile, ndr) che hanno avuto una magnitudo massima di 2.0. Nonostante ciò questi terremoti vengono avvertiti più spesso dalla popolazione, perché sono superficiali e interessano aree più periferiche che prima erano meno colpite, come il golfo di Pozzuoli e la costa di Bagnoli", ha spiegato il direttore dell'Osservatorio, Mauro Di Vito.

La frequenza delle scosse varia in base alla rottura delle rocce provocata dalla deformazione del suolo in atto. "Dal 2011 a oggi- ha proseguito l’esperto- abbiamo avuto un sollevamento di 101,5 centimetri nel Rione Terra di Pozzuoli. Fino a novembre 2022 c'è stata una velocità di deformazione del suolo che si è attestata su un massimo di circa 15 millimetri al mese. Dopo un rallentamento nel mese di dicembre, da gennaio si è verificato un nuovo aumento con valori simili a quelli di novembre".

Oltre alla deformazione e alla scosse sismiche ci sono altri importanti indicatori delle condizioni dei Campi Flegrei: tra questi figurano la temperatura e il flusso di anidride carbonica. Per il momento, in base ai bollettini dell'Ingv, non ci sono variazioni significative. Di Vito ha anche sottolineato che il fenomeno in atto ricorda molto da vicino l'ultima grande crisi di bradisismo avvenuta tra il 1982 e il 1984 "ma allora la velocità di sollevamento del suolo era 5-10 volte superiore a quella attuale. Anche i terremoti erano molto più frequenti: in un giorno se ne verificavano quanti ne registriamo adesso in un mese".

Impossibile fare

previsioni su cosa accadrà in futuro. L’esperto ha ammesso che ora si può"monitorare la situazione, aumentare e continuare a migliorare la strumentazione sul territorio e intensificare le campagne di misura".

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