Il corpo di Giulia Cecchettin è stato ritrovato nella mattina di sabato 18 novembre mentre Filippo Turetta è stato arrestato 24 ore dopo, domenica 19 dicembre. Gli inquirenti hanno già ricostruito una parte dell'episodio criminoso anche grazie alle telecamere di sorveglianza e ai dispositivi Targasystem, che hanno tracciato i passaggi della vettura del 22enne tra Italia e Austria. Tuttavia, per quanto a grandi linee gli inquirenti siano riusciti a capire cosa sia accaduto, mancano dei tasselli fondamentali per mettere dei punti fermi in questa vicenda dai tratti oscuri.
Gli investigatori hanno ricostruito esattamente il percorso fatto da Turetta dalle 23.30 di sabato, quando l'auto è stata ripresa nel parcheggio a Fossò, in Veneto. Qui è avvenuta la prima aggressione: i due litigano nell'auto, poi Giulia scende ma Filippo la rincorre e la afferra per il cappuccio. Le sferra un colpo alla testa o al collo, probabilmente con il coltello, e la ragazza stramazza al suolo. Le immagini della telecamera non sono nitide, quindi non è chiaro se Turetta abbia aggredito l'ex fidanzata a mani nude o se, invece, abbia effettivamente usato il coltello. Sta di fatto che pochi secondi dopo trascina il corpo apparentemente esanime sull'asfalto per poi metterlo nel portabagagli.
A quel punto inizia la sua fuga tra Veneto, Friuli e Austria. Il corpo di Giulia è stato gettato nel canalone del lago di Barcis, in Friuli, poche ore dopo l'aggressione nel parcheggio. Ma c'è un punto oscuro: il primo assalto di Turetta avviene con una sola coltellata ma sul corpo della ragazza sono stati trovati i segni di almeno 20 fendenti. Cosa è successo dal momento dell'aggressione di Fassò a quanto Turetta si è librato del corpo? Le ipotesi sono due e solo il medico legale potrà far luce sulla dinamica. È possibile che la prima coltellata inferta a Giulia non sia stata mortale, nonostante su questo ci siano pochi dubbi, e che successivamente lui si sia fermato per completare l'omicidio. Tra le ipotesi anche quelle che i colpi successivi al primo siano stati inferti per sfregio nei confronti di Giulia, già esanime, prima di gettarne il corpo. Il momento esatto dell'omicidio serve anche a dirimere un aspetto tecnico sulle competenze di chi sta indagando.
Sembra che Turetta non abbia lasciato nulla al caso, come dimostra il fatto che ha gettato il cadavere da una strada chiusa al traffico per la stagione invernale. Sarebbe stato impossibile essere visto mentre compiva l'ultimo attimo di quella notte dell'orrore che ha portato alla morte della ragazza. Aveva con sé il coltello, i sacchi neri e lo scotch.
Ha accuratamente spento il telefono e non ha usato carte di credito per non essere tracciato, anche se la banconota insanguinata impiegata per il pagamento del carburante a Cortina ha rovinato i suoi piani insieme al sistema Targasystem. Questo fa ipotizzare una premeditazione dell'omicidio, che significherebbe una condanna all'ergastolo per Turetta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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