"Chiamatemi Montana". Così il "trapper" rapinava i passanti con gli amici

Il "trapper" Montana dovrà comparire il prossimo 6 dicembre in tribunale ad Arezzo per rispondere di associazione a delinquere finalizzata a rapine ed aggressioni: secondo gli inquirenti, era il capo di una baby gang che seminava il panico nella città toscana, prendendosela anche con disabili e clochard

"Chiamatemi Montana". Così il "trapper" rapinava i passanti con gli amici

Si faceva chiamare "Montana", in onore del protagonista del film "Scarface" che apprezzava particolarmente. Una delle sue passioni, insieme alla musica trap: in quel caso il suo nome d'arte era "Welid Montana". Solo che il prossimo 6 dicembre dovrà difendersi in tribunale: è stato accusato infatti di associazione a delinquere finalizzata ad una serie di rapine ed aggressioni. Protagonista della vicenda è il giovane Walid Rakia, un "trapper" ventenne di origini straniere nato in Veneto, accusato di aver messo in piedi una vera e propria "baby gang" capace di terrorizzare la città di Arezzo, in Toscana. Insieme a lui, la scorsa primavera, vennero fermati altri giovanissimi, ovvero i membri della "banda": sedici di loro, che hanno già chiesto tramite i rispettivi legali la messa alla prova, saranno giudicati a Firenze nelle prossime settimane.

Stando a quanto riportato dai media locali, Rakia avrebbe architettato un sistema che insieme ai complici avrebbe portato a rapine e pestaggi ai danni di coetanei o di semplici passanti. Un modus operandi ben rodato: le vittime, quasi sempre minorenni e isolate, venivano avvicinate con un pretesto. Per poi ritrovarsi circondate e rapinate di telefonini, portafogli e ogni oggetto di valore che possedevano. E mentre alcuni componenti del gruppo si davano all'azione, altri invece fungevano da “palo” per segnalare ai complici l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine e darsi alla fuga. A volte le aggressioni non erano motivate dalla volontà di compiere una rapina, ma solo per scaricare violenza su un malcapitato che aveva guardato “in modo sbagliato" qualcuno della "Famiglia Montana" (così si facevano chiamare) o infastidito l’attività di spaccio con la propria presenza. In due casi, secondo gli investigatori, se la sarebbero presa persino con un disabile e con un clochard, malmendandoli e rapinandoli.

Il trapper si troverebbe attualmente in carcere a Cremona e tramite il proprio legale avrebbe chiesto nelle scorse settimane di non essere giudicato presso il tribunale di Arezzo, con l'avvocato che aveva sollevato una questione di incompatibilità. Un'istanza che tuttavia la Cassazione non ha accolto: dovrà quindi tornare nella città toscana fra poco meno di due settimane. Quest'ultimo tentativo non è tuttavia passato inosservato e l'amministrazione comunale aretina, guidata dal sindaco di centrodestra Alessandro Ghinelli, non avrebbe affatto gradito.

"Baby gang, che di baby hanno poco: l'avvocato faccia il suo mestiere, nessuno dia lezioni a questa città - il pensiero dell'assessore al sociale Lucia Tanti, espresso sulla sua pagina Facebook istituzionale - due considerazioni: chiedano scusa ai cittadini e stiano pure il più lontano possibile da qui. La pazienza è finita".

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