Emergono nuovi dettagli sulla morte di Giacomo Gobbato, ucciso a Mestre da un moldavo irregolare dopo aver cercato di difendere una donna vittima di una rapina. Quell'uomo, identificato e arrestato, subito dopo aver ucciso il giovane, e ferito un amico, ha compiuto un'altra rapina. Dalle immagini registrate da un balcone della zona, si vede l'uomo che tenta di rubare la borsa a un'altra donna, una turista giapponese, sfregiandole il volto. La rapina non è riuscita ma è significativo il fatto che dopo aver compiuto l'omicidio non si sia fermato e abbia cercato un'altra vittima. Il 48enne straniero è stato fermato dalla polizia subito dopo questo tentato furto, dopo un brevissimo inseguimento.
I due giovani hanno provato a fermarlo dopo il primo tentativo di rapina, sono intervenuti per salvare una donna dalle intenzioni criminose del moldavo e hanno pagato il prezzo più alto. Giacomo Gobbato è morto in ospedale dopo i tentativi disperati dei medici di salvargli la vita, l'amico che era con lui è stato ferito dal moldavo ma per fortuna non è in pericolo di vita ed è stato dimesso poche ore dopo. La sua fortuna è stata che il fendente lo ha colpito alla gamba mentre Giacomo è stato colpito al petto e la ferita è stata troppo grave per permettergli di sopravvivere.
Lo straniero aveva con sé un coltello, che non appena ha visto i due giovani corrergli incontro per fermarlo ha estratto e non ha esitato a colpirli. "Giacomo è morto perché non si è girato dall'altra parte, non ha fatto finta che tutto andasse bene perché era un fratello generoso che quotidianamente lottava contro le ingiustizie, per un mondo più giusto e senza discriminazioni", hanno dichiarato dal centro sociale Rivolta di Marghera, del quale Gobbato e l'amico erano assidui frequentatori.
Il moldavo si trova attualmente in carcere con l'accusa di omicidio e nei prossimi giorni è in programma l'interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo. Per le indagini gli agenti e gli inquirenti si sono avvalsi della collaborazione di alcuni testimoni, presenti in corso del Popolo al momento dell'aggressione a Gobbato.
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