C'è un sospettato per la morte di Danilo Salvatore Lucente Pipitone, il militare di 44 anni ucciso a Roma nella notte fra venerdì e sabato scorsi. Nella Capitale è caccia al killer, e gli agenti della polizia di Stato, secondo quanto riferito da Agi, sono sulle tracce di un cittadino straniero, per la precisione un tunisino, noto con il nome Mohamed Abidi, che era stato detenuto fino al 2018 per droga.
Il sospettato
Sul caso, essendoci delle indagini ancora in corso, viene mantenuto il massimo riserbo. Stando alle ultime informazioni rilasciate, l'uomo che stanno cercando le forze dell'ordine è un tunisino già finito dietro le sbarre per spaccio di droga e poi rilasciato il 4 aprile 2018. Se torniamo indietro al 2013 troviamo un atto presso l'Ufficio stranieri presso la questura di Roma. Dopo il rilascio nel 2018, una nuova idenficazione, stavolta all'Ufficio stranieri di Rieti. Per il resto, il 33enne è rimasto nell'ombra.
Si chiama Mohamed Abidi ed ha 33 anni. Gli inquirenti tuttavia non escludono la possibilità che possa fornire anche altri nomi, ecco perché gli investigatori stanno effettuando delle verifiche sulle impronte digitali.
Sono gli agenti della Squadra mobile di Roma ad essere sulle sue tracce. Il nordafricano sarebbe sospettato di essere l'assassino del militare. Stando a quanto dichiarato dalle autorità locali, sarebbe stato visto fuggire dal luogo dell'aggressione insieme a un'altra persona, probabilmente un complice, a bordo di una Fiat 500 Abarth presa a noleggio.
Le ipotesi e le indagini
Ancora tanto da chiarire. Secondo le ultime ricostruzioni, il caporal maggiore dell'Esercito Danilo Salvatore Lucente Pipitone è rimasto coinvolto in una lite che gli è stata fatale. Trovato privo di sensi in via dei Sesami a Centocelle, è stato soccorso intorno alle 2:30 del mattino e trasportato di corsa al pronto soccorso dell'ospedale Vannini. Successivamente il trasferimento d’urgenza nel reparto di Terapia Intensiva del policlinico Umberto I, dove è poi morto. Tante le ferite riportate nel corso dell'aggressione, fra cui una molto profonda alla testa.
Gli inquirenti devono ora risalire alle dinamiche della vicenda, e di fondamentale importanza sarà la cattura del responsabile. Si è parlato fin da subito di una lite, ma insorta per quale motivo? Esclusa l'ipotesi di un tentativo di rapina finito male, dato che il militare aveva ancora con sé portafoglio e cellulare. Preoccupa la zona in cui si è verificata l'aggressione, teatro di spaccio e prostituzione.
Gli agenti della Squadra mobile non escludono alcuna pista, e in queste ore stanno parlando con molte persone proprio per cercare di ottenere più informazioni possibili.
Le parole del legale
Raggiuto da AdnKronos, Antonino Lastoria, avvocato che nel 2017 difese il tunisino ricercato, dichiara di non credere che il 33enne possa essersi reso autore di un crimine tanto efferato.
"Ho difeso Mohamed Abidi nel 2017 quando era a Regina Coeli per una piccola quantità di hashish, ma quando un anno dopo è stato scarcerato da Rieti, dove era stato trasferito, è andato in Francia e da lì non ho più avuto sue notizie. Secondo me non è il tipo da commettere un gesto tanto efferato, è sempre stato molto remissivo con me, una persona tranquilla", ha affermato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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