Otto anni e 8 mesi di reclusione. È la condanna inflitta dal gup del Tribunale dei Minori di Palermo all'imputato più giovane per lo stupro di gruppo avvenuto al Foro italico del capoluogo siciliano, lo scorso luglio, ai danni di una 19enne. Il ragazzo, Riccardo Parrinello, che all'epoca dei fatti era minorenne, è stato giudicato con il rito abbreviato. Insieme al giovane sono coinvolti altri sei imputati i quali verranno giudicati ad aprile.
La vittima: "La mia vita è una sopravvivenza"
"Spero che il mio caso sia di esempio affinché diminuiscano gli episodi di violenza. Spesso mi scrivono donne che mi dicono che si sono sentite spinte a sporgere denuncia avendo sentito della mia vicenda e ne sono contenta". Così la vittima ha commentato la sentenza ai microfoni de "Il diario del giorno", il programma di Rete 4. "Non è bello vivere così più che vita la mia è una specie di sopravvivenza. - ha raccontato - Di quella notte mi rimangono flash orribili, ho avuto attacchi di panico, soprattutto la notte non riuscivo a dormire. Ora sono diminuiti. Grazie al mio avvocato e all'associazione 'Le Onde', che mi supportano, sto cercando di uscire da questi ricordi. Nonostante la gente non ci creda, nel mio privato continuo a soffrire". Quanto agli aggressori ha detto: "Sono sempre ragazzi della mia età, non odio nessuno, mi spiace che si siano bruciati la vita e la stavano bruciando anche a me, anzi in parte me l'hanno bruciata".
Lo stupro choc
Lo stupro si consumò in un cantiere abbandonato di Palermo, nei pressi del Foro Italico, la notte del 7 luglio 2023. Secondo l'accusa, la ragazza fu indotta a bere e poi abusata dal branco. Le violenze furono riprese con lo smartphone e il video fu fatto girare tra la comitiva di coetanei. Parrinello, che oggi ha 18 anni, fu arrestato ad agosto e poi scarcerato. Il gip ritenne che il giovane si fosse ravveduto, ma nei giorni successivi tornò in carcere per aver pubblicato sui social alcuni commenti in cui rivendicava gli abusi. Tra le prove a carico del ragazzo c'è anche una chat in cui avrebbe rivelato a un amico che il rapporto intimo con la 19enne non era stato consenziente.
Chi sono gli altri imputati
Oltre a Parinnello, sono a processo per stupro altri sei imputati: Angelo Flores - il ragazzo con cui la 19enne aveva avuto un flirt - Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao, tutti maggiorenni, allo stato in custodia cautelare in carcere. Anche loro hanno chiesto il rito abbreviato che inizierà il prossimo 19 aprile.
Le chat dell'orrore
Oltre al video, agli atti dell'inchiesta ci sono anche gli audio e le chat degli indagati. "Cumpà l'ammazzammu! ti giuro a me matri, l'ammazzammu, ti giuro a me frati, sviniu... Sviniu chiossai di na vota... (Compare, l'abbiamo ammazzata! Ti giuro su mia madre l'abbiamo ammazzata, ti giuro su mio fratello è svenuta. È svenuta più di una volta, ndr)" raccontava Parrinello a un conoscente la notte della violenza. E ancora: "Eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l'avevo vista solo nei video porno" scriveva un altro degli indagati nelle ore successivi allo stupro. E l'amico replicava: "La carne è carne".
La vittima
Lo scorso 3 ottobre la ragazza era stata sentita in incidente probatorio davanti al gip del tribunale di Palermo. Durante l’audizione, durata più di sei ore, la giovane aveva ripercorso la notte degli orrori, precisando che i rapporti intimi non erano stati consensuali. A seguito dell’eco mediatica della vicenda, la 19enne era stata travolta da un'ondata di insulti sui social.
"La mia anima è stanca - aveva confidato la giovane in uno sfogo su Instagram - Sto perdendo la motivazione, mi sveglio ogni giorno per combattere la stessa battaglia con la testa, ma sorrido ancora e mi comporto come se tutto andasse bene".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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