"Cento cani sopra una gatta". Le chat dell'orrore dello stupro di Palermo

L'orrore delle sette belve che hanno stuprato la giovane a Palermo. "Una cosa così l'avevo vista solo nei porno". Le chat choc: "Voleva farsi tutti, alla fine gli abbiamo fatto passare il capriccio"

"Cento cani sopra una gatta". Le chat dell'orrore dello stupro di Palermo
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Lo stupro di Palermo segna un nuovo livello di vergogna difficilmente immaginabile. In carcere sono finiti in 7, di cui un minorenne al momento dei fatti e 6 maggiorenni: Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao. Hanno tra i 18 e i 22 anni. "Eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l'avevo vista solo nei video porno", ha scritto uno degli arrestati in un messaggio successivamente alla violenza. Quel porno "pronto al consumo" nelle disponibilità di giovani e giovanissimi incapaci di gestirlo è motivo di emulazione, quasi di sfida, come dimostrano queste parole. Una gara tra loro in cui la ragazza è solo un mezzo per mostrare l'uno l'altro il proprio "potere".

La serata è trascorsa tra alcol e marijuana in un locale della Vucciria, che di giorno è un coloratissimo mercato e di notte si trasforma in una zona di movida sfrenata, oltre i limiti dell'immaginabile e del lecito. Il divertimento consumato bevendo "sette shottini di Sambuca uno dopo l'altro e fumando uno spinello", come riporta il Messaggero è l'anticamera di quanto sarebbe accaduto dopo. "Falla bere, che poi ci pensiamo noi", ha detto Angelo, uno degli arrestati, al barista del locale in cui si stava preparando l'assalto. La vittima ha incontrato il gruppetto di amici casualmente e hanno deciso di far serata insieme, senza immaginare cosa sarebbe successo.

Le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona riprendono la prima parte: il gruppo si addentra in una zona buia, la ragazza è tenuta sotto braccio da alcuni di loro. È ubriaca, non si regge in piedi. Questi sono gli ultimi fotogrammi prima che la comitiva esca dall'inquadratura, poi c'è il racconto della ragazza a far emergere lo scempio, nonché un video che gli inquirenti sono riusciti a recuperare alla memoria dei telefoni. "Mi sono accasciata per tre volte... Non volevo avere rapporti sessuali non mi muovevo, ho gridato, sono caduta a terra battendo anche la testa, ma non si fermavano e Angelo rideva", spiega la ragazza. Poi, aggiunge: "Mi hanno spogliato, uno di loro mi ha tirato per i capelli continuavano cambiandosi di posto". Lei chiedeva aiuto, li implorava di smettere, ma la violenza è proseguita, come si evince anche dal video.

"La trattengono al solo scopo di portare avanti gli atti sessuali, quando pare accasciarsi in avanti viene prontamente afferrata dai fianchi. Viene accerchiata, girata, afferrata con forza per i capelli. Alle sue urla di dolore gli indagati ridono e la sbeffeggiano", scrive il gip nel suo verbale, raccontando il video dell'orrore. Il racconto della ragazza ha trovato perfetta coincidenza nel video recuperato dai carabinieri e nel referto dell'ospedale, in cui vengono rilevati "segni di afferramento e un'escoriazione alle ginocchia compatibile con il racconto della paziente". Ma anche in altri messaggi che si sono scambiati gli aguzzini: "Eravamo troppi e sinceramente mi sono schifato un poco, però che devo fare la carne è carne, ma ti giuro dopo che si è sentita pure male, piegata a terra, ha chiamato l’ambulanza l’abbiamo lasciata lì e siamo andati via.

Voleva farsi a tutti, alla fine gli abbiamo fatto passare il capriccio". Basta questo, che è una confessione in piena regola, per far scattare le manette e portare alla luce una storia di degrado giovanile, che dovrebbe portare a serie riflessioni.

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