Due stupri di gruppo, verificatisi a distanza di pochi giorni, riaccendono i riflettori della cronaca sul drammatico fenomeno della violenza sessuale. Il primo è avvenuto a Palermo nella notte del 7 luglio 2023: una ragazza di 19 anni è stata abusata da un branco di 7 ragazzi. Dopo averla fatta ubriacare, l'hanno portata in un cantiere del quartiere Vucciria, verso il mare, e ne hanno approfittato. Il secondo è accaduto al Parco Verde di Caivano, nel Napoletano, il 24 luglio. A farne le spese sono state due cuginette di 10 e 12 anni, violentate da un gruppo di 6 ragazzini, di cui un solo maggiorenne.
"La violenza sessuale non è figlia del degrado urbano e sociale. Uno stupro può avvenire in qualunque luogo e momento della giornata. Nessuna donna è al sicuro ed è il motivo per cui non bisogna abbassare la guardia", dice a il giornale.it Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta e criminologa di comprovata esperienza nonché presidente dell'associazione "Mai più violenza infinita" che si occupa di reati contro le donne e i minori.
Dottoressa Ciaravolo, come commenta gli stupri di Palermo e Caivano?
"Per quanto si tratti di due episodi di cronaca diversi, che coinvolgono vittime di età diversa, gli stupri di Caivano e Palermo hanno la stessa matrice. Sia nell’uno che nell’altro caso c’è un problema di cultura primitiva del maschio e di svalutazione della donna. Nel secondo episodio parliamo addirittura di bambine".
Secondo lei, in che misura ha inciso il contesto di degrado sociale e urbano?
"Il degrado abbrutisce le persone e fa diventare 'normale' quello che non lo è. Ma è marginale rispetto alla molteplicità di fattori che intervengono nel fenomeno della violenza sessuale".
Ovvero?
"C’è un machismo fortissimo, diffuso soprattutto tra le nuove generazioni. Le statistiche parlano chiaro: gli stupri di gruppo sono quasi sempre perpetrati da adolescenti e giovani uomini".
Come lo spiega?
"Nella fase di crescita, quando c’è una educazione distorta al femminile, la soggiogazione dell'altro sesso diventa una modalità per affermare la propria superiorità".
Quindi la sessualità non c’entra?
“Nello stupro di gruppo quasi mai. Nella maggior parte dei casi si tratta di esercizio di potere e controllo attraverso la sottomissione della vittima. Il piacere della dominazione non è sessuale ma diventa espressione di rabbia e brutalità".
E dunque perché gli aggressori fanno branco?
"Nello stupro di gruppo c’è una deresponsabilizzazione collettiva. La percezione della gravità del fatto risulta alterata perché, nel momento in cui si perpetua l'azione violenta, i singoli individui agiscono per il soddisfacimento di bisogno collettivo, che è quello di prevaricazione".
Dalle chat degli indagati per lo stupro di Palermo sono emerse espressioni svalutanti nei confronti della vittima. "Cento cani sopra una gatta", per citarne una delle tante.
"Hanno tolto alla vittima qualunque identità: da persona è diventata un animale. Non a caso riprendono lo stereotipo della 'gatta'. C'è poi anche un’amplificazione della percezione di onnipotenza: gli aggressori erano in sette, ma nel racconto dei giorni successivi diventano 'cento cani'".
La fruizione irresponsabile dei social, che spesso propongono contenuti sessualizzanti, può incidere sul comportamento sessuale in età adolescenziale?
"I fattori da considerare sono molti, tra cui l’uso distorto della pornografia e delle immagini sessualizzanti che vengono riproposte anche attraverso i social. Pertanto sì, un uso non responsabile di internet può incidere sulla percezione della sessualità in età adolescenziale".
Spesso accade che gli aggressori riprendano lo stupro con il cellulare. Perché?
"I video rappresentano un trofeo, una prova di ciò che si è fatto. Dunque sono uno strumento per ricevere approvazione da parte del gruppo e, in alcuni contesti, per acquisire credibilità agli occhi degli altri".
Lo stupro può essere l'anticamera dei femminicidio?
“Non sempre ma è possibile che accada, soprattutto con i predatori sessuali più efferati. Prendiamo il caso della piccola Fortuna Loffredo. Dopo la violenza fu lanciata dal balcone, quindi c’è stata una soppressione del corpo dopo gli abusi. In ogni caso lo stupro può portare alla morte psichica”.
Cioè?
"Lo stupro è una violazione profonda dell'identità e intimità femminile. Oltre all'abuso fisico, la vittima subisce un fortissimo choc emotivo che, in alcuni casi, può portare a stati depressivi profondi. Le ferite dell'anima non si rimarginano facilmente".
Qual è l'antidoto alla violenza?
"Bisogna andare nelle scuole, parlare di educazione all’affettività, al rispetto e alla sessualità sana. I giovani devono imparare la bellezza, non solo il turpe.
Pertanto dobbiamo lavorare in modo da indirizzare l'attenzione dei nostri ragazzi verso una progettualità sana. Serve tempo ma se non cominciano subito non riusciremo mai a debellare questo seme malato della nostra società".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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