Tracce di sangue nell'auto di Francesca: nuovi dettagli sul delitto Deidda

Il marito della vittima aveva venduto frettolosamente l'auto della donna poco dopo la sua scomparsa, consigliando il nuovo proprietario di pulirne a fondo i sedili e il cofano

Tracce di sangue nell'auto di Francesca: nuovi dettagli sul delitto Deidda
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La scoperta del corpo di Francesca Deidda, sparita dalla sua casa in provincia di Cagliari a maggio e ritrovata, esanime, dentro un borsone da palestra nelle campagne di San Vito, sulla sponda opposta, lato orientale, dell'isola. Il marito, Igor Sollai, è in cella da quasi un mese e nega ogni addebito sull'omicidio della donna ma ora gli uomini del Ris hanno trovato alcune tracce di sangue sulla Toyota Yaris che lo stesso uomo aveva venduto poco dopo la scomparsa della donna.

Un comportamento strano, che ora potrebbe avere una spiegazione. La persona che ha regolarmente acquistato l'auto da Sollai, infatti, ha riferito che l'uomo gli ha suggerito di sgrassare con particolare cura il sedile posteriore della vettura e il cofano. Gli uomini della squadra investigazioni scientifiche di Cagliari hanno risolto il mistero: su quel sedile hanno trovato tracce di sangue e di altri elementi organici. Non sono ancora state effettuate le analisi di laboratorio per la comparazione con il Dna della donna ma, nel caso coincidessero, Sollai dovrà spiegare come possano esserci finiti. "Oggi hanno esaminato la macchina di Francesca Deidda e domani saranno effettuati accertamenti nell'appartamento dove viveva con Sollai", ha spiegato l'avvocato scelto da Andrea Deidda, fratello della 42enne.

I Ris hanno finora analizzato il borsone nel quale era contenuto il corpo della donna, adagiato sotto un albero nei pressi di un ponte romano non distante dalla statale Orientale sarda. Un luogo appartato, ma nemmeno troppo, tanto che dev'essere ancora appurato quando i corpo sia stato depositato lì. "Hanno prelevato le maniglie e il cursore per fare esami in laboratorio e lo stesso è capitato oggi con l'auto della donna. La Toyota Yaris era stata venduta a duemila euro e aveva destato sospetto un messaggio di Igor Sollai al nuovo proprietario", ha spiegato Piscitelli all'Adnkronos.

Domani, ha aggiunto l'avvocato, "assisteremo ai controlli nella loro casa di San Sperate e, a differenza di quanto riportato da molti, ci sarà anche l'esame sul divano. Si trova lì perché Sollai aveva intenzione di venderlo, ma non l'ha fatto".

Inoltre, l'avvocato ha fornito anche ulteriori dettagli sugli esami eseguiti sul corpo della donna: "Dalla Tac eseguita sul cadavere trovato nel borsone è emerso che non era stata fatta a pezzi, non c'erano proiettili e il corpo era in posizione fetale. Magari è stata uccisa proprio mentre era sul divano, di sicuro il corpo è stato messo subito nella borsa e non si era ancora irrigidito".

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