"Dal 2015 piovevano tubi e calcinacci dal Morandi"

I rappresentanti sindacali di Amiu denunciano la situazione in cui lavoravano i dipendenti. Sotto il viadotto erano posizionati due rimesse

"Dal 2015 piovevano tubi e calcinacci dal Morandi"

Era dal 2015 che dal viadotto crollato a Genova cadevano calcinacci e pezzi di ferro. Era pericoloso, tanto che l'Amiu, l'azienda che si occupa dei rifiuti urbani, aveva deciso di montare delle reti metalliche, per fermarne la caduta.

Sotto il ponte Morandi, infatti, l'Amiu aveva due rimesse, una a Rialzo e una a Campi. La prima, quella nella quale sono morti due dipendenti, era la più colpita dalla pioggia di calcinacci e ferri. Dopo aver montato le protezioni, l'azienda aveva avvertito Autostrade della situazione, che aveva inviato dei tecnici per controllare.

A denunciarlo al Fatto Quotidiano sono i rappresentanti sindacali Usb, Paolo Petrosino, Michela Cevasco, Luca Artusi e Fabrizio Nigro: l'azienda aveva cercato di difendersi dai rischi "montando delle reti metalliche sospese e fissando dei percorsi pedonali protetti e prestabiliti per gli spostamenti". C'era un senso di insicurezza, lì nelle rimesse Amiu, dato che poco più di un mese fa "è volato via anche un tubo".

A Campi, c'era addirittura un'intera zona nella quale le persone non potevano passare. Per i camion erano stati creati dei tunnel "fatti di tubi e coperti da pensiline in lamiera", mentre il personale a piedi si serviva di una struturra non più usata.

Tutte protezioni che non sono servite a nulla quando il ponte si è sbriciolato, sotterrando i capannoni che si trovavano sotto la sua ombra. Due i dipendenti Amiu morti a causa di quel crollo. Ma, se il viadotto fosse venuto giù mezz'ora prima, sarebbero stati molti di più:"30 colleghi erano al lavoro dove ora sono solo macerie e capannoni sfondati". E così, ora si ha la consapevolezza di aver lavorato "in una zona sensibile".

E l'incidente non è stato una fatalità perché, a detta dei rappresentanti sindacali, le avvisaglie c'erano eccome e c'erano anche "le richieste di soluzioni alternative", che "vuoi per questo o per quell'altro", non sono mai state accolte.

E il risultato è stato il disastro che, la mattina del 14 agosto, ha spezzato 38 vite (le vittime accertate per il momento) e gettato decine di famiglie nel dolore.

E nell'emergenza si fa strada un'altro problema: quello della raccolta dei rifiuti, ferma da martedì e probabilmente anche per i prossimi giorni.

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