"Abbella", poi le botte a Willy: "Saltavano sul suo corpo inerme"

Le ultime ore di Willy, intervenuto per impedire uno scontro. Tutto è partito da un apprezzamento rivolto ad una ragazza fidanzata, le menti annebbiate dall'alcool hanno fatto il resto

"Abbella", poi le botte a Willy: "Saltavano sul suo corpo inerme"

Sarebbe partito tutto dalle avances fatte ad una ragazza, da quel momento in poi la situazione è sempre più degenerata, fino ad arrivare alla morte del giovane Willy Duarte Moteiro, massacrato di botte e lasciato privo di sensi a terra. Il quotidiano "Repubblica" tenta di ricostruire passo passo - e attraverso l'ordinanza del gip - la successione di eventi che ha portato al terribile omicidio di Colleferro, per il quale si trovano ora in stato di fermo Mario Pincarelli, Francesco Belleggia e i due fratelli Bianchi, Marco e Gabriele.

Cosa sappiamo del massacro di Willy

Il 5 settembre il gruppo in cui si trovava Willy e quello di cui facevano parte i suoi aguzzini si incontrano nel medesimo locale, il “Duedipicche”, un risto-pub molto frequentato dalla gioventù del posto. Francesco Belleggia, di Artena, raggiunge il pub insieme ad un amico, per poi unirsi a Mario Pincarelli, suo concittadino, il quale si trovava già in compagnia di un'altra persona. I ragazzi decidono di bere qualcosa insieme, ed individuano all'interno della sala anche i fratelli Bianchi, i quali non si uniscono alla tavolata. Marco e Gabriele, infatti, lasciano il locale pochi minuti dopo, salendo sulla loro auto Audi Q7 nera insieme a tre ragazze e un amico.

La serata procede senza alcun problema fino a quando, intorno alle 2:30 del mattino, i due gruppi purtroppo si incrociano. Belleggia e Pincarelli, rimasti da soli, stanno scambiando ancora qualche parola all'esterno del "Duedipicche", dinanzi ad una piazzola. Belleggia, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, stava cercando un passaggio per far ritorno in sicurezza a casa, visto che aveva bevuto. Stando all'ordinanza, il suo amico, Pincarelli, si trovava in condizioni peggiori delle sue e aveva la mente completamente offuscata dai fumi dell'alcool: quando vede passargli davanti una ragazza (Azzurra, la fidanzata di Alessandro Rosati), non riesce a trattenersi e fa di tutto per richiamare la sua attenzione. "Abbella", le grida dietro, facendo il gesto di mandarle un bacio.

Le avances, poi la rissa

Rosati, che sente tutto, reagisce immediatamente, ma viene placato da Belleggia, il quale interviene in difesa dell'amico. "Lascialo perdere, è ubriaco, non sa cosa sta dicendo. Mi scuso a nome suo", avrebbe dichiarato il ragazzo, come riportato da "Repubblica". Ormai, però, è tardi, perché anche fra gli amici di Willy in quel momento c'è qualcuno particolarmente su di giri. Federico Zurma si avvicina con fare minaccioso a Belleggia e, stando alla ricostruzione di quest'ultimo, lo fissa in malomodo e pare pronto ad attaccare. Belleggia allora lo precede, colpendolo e spintonandolo fino a farlo rovinare a terra. La situazione degenera, mentre i due litiganti si spostano in prossimità di un'edicola. Willy li vede e non esita a mettersi in mezzo nel disperato tentativo di placare gli animi. I ragazzi parlano, Belleggia e Zurma sembrano vicini ad un chiarimento, ma ad un tratto, intorno alle 3 del mattino, arriva l'Audi dei fratelli Bianchi, pare richiamati indietro da un certo Michele Cerquozzi. Quest'ultimo, preoccupato per tutta la tensione che si era generata, avrebbe infatti deciso di richiedere l'intervento dei due.

I Bianchi scendono dall'auto e si lanciano sul gruppo di giovani, fra i quali si trova anche Willy. Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, Belleggia avrebbe partecipato al pestaggio, anche se il ragazzo continua a professare la propria innocenza, giurando di non aver mai colpito il 21enne originario di Capo Verde. Il gruppo di Artena, capeggiato dai fratelli Bianchi esperti in arti marziali, come sappiamo, ha la meglio. Sarebbe poi un calcio diretto allo sterno (sferrato, secondo le ultime informazioni rilasciate, da Gabriele, il maggiore dei fratelli) ad uccidere Willy, che rimane esanime a terra. È ora compito delle autorità competenti stabilire le reali responsabilità di ciascuno dei ragazzi. Al momento, i Bianchi e Pincarelli si trovano reclusi dietro le sbarre, mentre Belleggia ha ottenuto i domiciliari.

"Saltavano sopra il corpo già inerme"

Prezioso il racconto di Emanuele Cenciarelli, uno degli amici di Willy. Il ragazzo ha descritto minuziosamente i giovani con il quale si è scontrato il proprio gruppo. "I due ragazzi con i quali Federico, l’amico di Willy, stava inizialmente discutendo ricordo che uno indossava una camicia di colore bianco e aveva in viso tatuata una lacrima sotto l’occhio, nonché diversi tatuaggi su entrambe le braccia e le mani. L’altro ragazzo invece aveva un braccio ingessato (Belleggia)", ha dichiarato, come riportato dal "Corriere della Sera". "Al momento dell’aggressione ricordo che oltre ai predetti ragazzi da me descritti si sono uniti altri tre ragazzi di cui sono in grado di descrivere soltanto due. L’uno indossava una polo di colore verde con capelli molto corti e l’altro con un vistoso tatuaggio sul collo". Tutti, stando al racconto di Cenciarelli, avrebbero preso parte al pestaggio con una violenza inaudita: "Per quanto io ricordi tutti ragazzi sferravano calci e pugni contro me e Willy. Ho un vivido ricordo di un paio di loro che addirittura saltavano sopra il corpo di Willy steso in terra e già inerme".

"Conosco tre delle persone che si sono rese responsabili della rissa. E sono: Gabriele Bianchi, Mario Bianchi, i cosiddetti 'gemelli Bianchi' di Artena e Mario Pincarelli. Chi materialmente ha picchiato Willy è stato Gabriele Bianchi che dapprima gli ha dato un calcio in pancia, quindi Willy si è accasciato a terra, dopodiché si è rialzato ed è stato colpito nuovamente da Gabriele", è invece la ricostruzione di Fayza Rouissi. "Perdeva sangue dalla bocca. Gabriele l’ha picchiato da terra per qualche istante, dopodiché, quando è arrivata la sicurezza dei locali, è scappato insieme agli altri".

Silenziosa e lenta, questa sera per le vie di Paliano si è tenuta la fiaccolata in ricordo di Willy Monteiro Duarte. C'era tutto il paese, rigorosamente con le mascherine come imposto dal sindaco, e c'era anche l'ambasciatore di Capoverde, Paese d'origine del ragazzo.

Sono stati i rintocchi delle campane a scandire l'inizio della marcia pacifica che ha attraversato il piccolo centro di Paliano. "Sentimenti come rabbia e vendetta non appartengono a questa comunità. Vogliamo solo giustizia", ha detto in chiusura il sindaco del paese.

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