Ambulante morto a Roma, la Questura: "Morte non legata al blitz dei vigili"

La Questura respinge l'ipotesi che l'ambulante senegalese sia stato travolto da un motorino guidato da vigili in borghese. I testimoni: "Si è accasciato a terra". La Procura apre un'inchiesta senza ipotesi di reato

Ambulante morto a Roma, la Questura: "Morte non legata al blitz dei vigili"

Sulla morte di Niam Maguette, l’ambulante senegalese di 52 anni, deceduto dopo un blitz anti-abusivismo della polizia municipale, si rincorrono versioni contrastanti.

I connazionali dell’uomo, che nel pomeriggio hanno protestato sul lungotevere dei Vallati, sono pronti a testimoniare che Niam è stato investito da un motorino guidato da agenti della polizia locale in borghese, mentre scappava con un sacco contenente la sua merce, per sfuggire ai controlli dei vigili. A dimostrarlo, secondo gli ambulanti africani, una macchia di sangue presente sull’asfalto, nel punto dove è avvenuto il decesso. Niam era sposato e aveva due figli in Italia e altri in Senegal, secondo quanto ha raccontato un amico del senegalese. "Era un venditore ambulante, ma aveva la licenza", ha continuato l'amico di Niam, "all'una e quaranta mi hanno chiamato e hanno detto di venire qui, che i vigili urbani lo avevano ucciso".

Diversa, invece, la testimonianza dei gestori del negozio che si trova all’angolo tra via Beatrice Cenci e il lungotevere, dove il senegalese è morto. "Nessuno lo inseguiva correndo, è successo proprio davanti alla nostra vetrina, l'abbiamo visto camminare velocemente, aveva in mano un sacco di plastica nero, come quello utilizzato per la spazzatura, si è accasciato”, raccontano i negozianti, “è arrivata una prima ambulanza, hanno cercato di rianimarlo, poi è arrivata una seconda ambulanza ma non c'è stato niente da fare”. “Ci hanno detto che è stato un grande infarto", spiegano raccontando come l’uomo si sia improvvisamente “accasciato”, senza aver “battuto la testa sul marciapiede”. Il sangue sull’asfalto, secondo i negozianti che hanno assistito alle operazioni di soccorso dell’uomo, sarebbe “fuoriuscito dalla bocca dell'uomo quando hanno tirato su il corpo". L’uomo sarebbe stato ritrovato disteso sull’asfalto, tra il negozio di cucine e un fioraio. A dare l’allarme, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stata una signora che passava lungo la strada. Quando il personale sanitario ha cercato di rianimarlo, però, il battito era già assente.

I vigili respingono le accuse: "Blitz condotto da agenti senza scooter in dotazione"

La ricostruzione fatta dai connazionali, secondo la quale l’uomo sarebbe stato investito da agenti della polizia locale in borghese a bordo di uno scooter, è stata smentita dal comando generale della polizia locale di Roma Capitale. Secondo fonti della polizia locale, infatti, il blitz anti-abusivismo nell’area di ponte Fabricio, distante circa 500 metri dalla via dove è stato ritrovato il corpo di Niam Maguette, sarebbe stato condotto due ore prima della morte dell’uomo, da agenti senza scooter in dotazione. "Non sussiste alcuna relazione tra i controlli svolti dalla polizia locale a Ponte Fabricio e il decesso di un venditore ambulante avvenuto in via Beatrice Cenci", ha sottolineato in una nota il comando generale dei vigili che ha auspicato “che gli inquirenti facciano piena luce sull'accaduto". La polizia locale ha espresso, inoltre, “solidarietà alla comunità senegalese". Il vice comandante dei vigili urbani, Antonio Di Maggio, riguardo l’ipotesi che Niam si sia sentito male nel tentativo di fuggire ai controlli, ha chiarito, inoltre, che gli agenti “hanno l'obbligo di non inseguire i venditori ambulanti, ma solo di sequestrare la merce e di portarli in ufficio per l'identificazione, allorquando devono essere identificati".

La Questura: "Nessun legame con i controlli"

Ad escludere l’ipotesi che l’uomo possa essere stato investito da un motorino guidato da agenti della municipale in borghese, è anche la Questura di Roma, che ha fatto sapere che l’episodio "non è in alcun modo collegabile alle operazioni della polizia locale" in corso stamattina nella zona di ponte Fabricio e dell’isola Tiberina. Anche dalle testimonianze raccolte dagli agenti del commissariato Trevi, risulta, infatti, che “l'uomo è stato visto accasciarsi al suolo mentre si trovava da solo”. “È da escludere che il decesso sia derivato da azione di terzi", ha comunicato, quindi, la Questura in una nota.

La salma dell’ambulante senegalese è stata comunque messa a disposizione dell'autorità giudiziaria per l'esame autoptico. Sulla vicenda indaga la Procura di Roma, che ha aperto un’inchiesta senza ipotesi di reato e senza indagati.

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