Bufera ad Ancona dopo il fermo di due donne siriane sbarcate al porto con documenti falsi, e pronte ad essere rispedite in Grecia prima dell’intervento dell’Ambasciata dei Diritti.
L’episodio si è verificato nella giornata di ieri, quando una nave proveniente dalla penisola Ellenica ha fatto approdo nello scalo marittimo anconetano. Tra i richiedenti asilo sbarcati anche due donne di nazionalità siriana, una delle quali accompagnata dal figlio di pochi anni.
Entrambe sono state fermate dalla polizia di frontiera, in quanto trovate in possesso di documenti palesemente contraffatti. A questo punto si sono attivate le conseguenti pratiche di respingimento, disposte dal magistrato di turno. Quest’ultimo ha infatti determinato la “scarcerazione” delle clandestine, così che potessero far ritorno in Grecia sulla medesima imbarcazione che le aveva condotte in Italia. Si è trattato, comunque, di una detenzione sui generis, dato che le donne ed il bambino sono comunque rimaste a bordo, mentre a terra si svolgevano le pratiche burocratiche del caso.
Tutto avviato verso una rapida conclusione, fino al momento in cui non è intervenuta l’Ambasciata dei Diritti, che ha fatto leva sulla presenza del minorenne per cambiare l’esito della vicenda. Contattati dal padre del bambino, che ha riferito che la moglie ed il figlio si trovavano prigionieri nel porto di Ancona, gli uomini dell’associazione si sono attivati per permettere la permanenza dei nuovi arrivati.
“Il papà di un bambino siriano ci ha contattato dalla Grecia segnalando la presenza del figlio minorenne e della madre nel porto di Ancona, bloccati dalle autorità che hanno intenzione di respingerli in Grecia.”, ha riferito l’Ambasciata in un comunicato, come riportato da “AnconaToday”. “Da anni abbiamo denunciato come queste pratiche di riammissione siano crudeli e illegittime. Infatti il trattato bilaterale tra Grecia e Italia per le riammissioni entro poche ore non è valido. Sia la mamma che il bambino hanno diritto di chiedere asilo con i tempi e le modalità che hanno tutti i richiedenti asilo.”
Nonostante i documenti falsi le siriane, grazie all’appoggio esterno del marito di una delle due ed alla collaborazione dell’associazione, hanno raggiunto lo scopo che si erano prefissate. Vale a dire entrare, in un modo o nell’altro, nel nostro Paese. Ora sono ospiti di qualche associazione.
“È crudele respingere nell'arco di poche ore chi spesso si è fatto un viaggio allucinante magari nascosto
nella stiva senza nemmeno dargli le prime cure e spiegargli i propri diritti. Ancor più crudele quando queste operazioni coinvolgono persone vulnerabili come in questo caso.”, conclude il comunicato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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