Pedalare a Palermo non è cosa da tutti. Il capoluogo siciliano ha oltre il 50 per cento di utenti costretti a spostarsi in auto. L’indice di motorizzazione è di 56,59 auto ogni 100 abitanti, tra i più alti d’Italia ma il 40 per cento si dice pronto a passare ad un sistema intermodale (servizi ferroviari e gommati) se venisse assicurato un buon servizio in termini soprattutto di frequenza dei collegamenti e velocità di percorrenza. Il resto è pronto a salire in sella ad una bici. Sarà vero?
La città - quasi del tutto pianeggiante - lo permette, eppure le piste ciclabili sono poche, strette e il più delle volte è necessario fare delle vere e proprie gimcane per riuscire a superare pedoni e automobili parcheggiate sul marciapiede. Nonostante il comune di Palermo in questi ultimi 5 anni abbia cercato di potenziare la mobilità dolce, il lavoro è ancora tanto. Da poco più di un anno il capoluogo siciliano si è attrezzato con un servizio di Bike sharing comunale. Un modo per incentivare i cittadini ad utilizzare la bici per gli spostamenti più brevi. Al momento sono 31 le ciclostazioni dove poter lasciare e prendere la propria bicicletta, dotate tutte di sistema di videosorveglianza e Gps.
Ma basterà per lasciare almeno una volta l'auto sotto casa e prendere un bus e una bicicletta per raggiungere la propria destinazione? Difficile dirlo, di sicuro non aiutano le infrastrutture. Abbiamo fatto un giro in sella ad una bici: dal centro storico al mare, dai quartieri residenziali a quelli periferici, la fotografia scattata dalla redazione de «Il Giornale» non è delle più felici (guarda il video).
La maggior parte delle piste è troppo stretta per la circolazione di due o più bici, il resto sono invase dai pedoni, motocicli e automobili. A Mondello, la borgata marinara di Palermo, le radici degli alberi hanno deformato il manto stradale e invadono la pista. E se non sono le radici ci pensano le fronde degli alberi a creare non pochi pericoli ai ciclisti. Nella centralissima via Libertà l'amministrazione comunale ha istituito una pista ciclabile monodirezionale ricavata però dal marciapiede e questo significa condividere uno spazio di 3,5 metri con i pedoni e con tutte le conseguenze del caso. E quando la pista ciclabile non trova ostacoli si interrompe nel nulla per poi riprendere 500 metri dopo, così come succede nella zona Fiera e alla Favorita. Il parco urbano più grande d'Europa sta vivendo un periodo di transizione per la chiusura totale al transito veicolare. Eppure la pista ciclabile corre a filo con gli alberi e le auto in quel tratto di strada sfrecciano oltre i 70 km/h. Un pericolo in più per chi vorrebbe solo fare una passeggiata in bici.
Il nuovo - vecchio - sindaco Leoluca Orlando (eletto per la quinta volta) ha già promesso che entro i prossimi cinque anni l'amministrazione comunale investirà le risorse dei fondi europei per
il potenziamento della mobilità dolce. Nel frattempo i ciclisti sono costretti a riporre la bici in garage. Per girare in tutta sicurezza è meglio aspettare il weekend quando le strade del centro sono chiuse al traffico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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