"Hanno detto 'stai zitta', poi lo sparo: così i ladri hanno ucciso Roberto"

Il tutto si è svolto in pochi minuti, neppure il tempo di ragionare. La donna ricorda la vita insieme a suo marito e al figlio

"Hanno detto 'stai zitta', poi lo sparo: così i ladri hanno ucciso Roberto"

È corsa contro il tempo per acciuffare gli assassini di Roberto Mottura, l’architetto di Piossasco, piccolo centro del Torinese, il quale ha perso la vita nel tentativo di sventare un furto in casa. L’unico testimone oculare è la moglie Laura Mai, che è stata interrogata dagli inquirenti ancora in stato di choc. Il quotidiano La Stampa riporta alcuni passaggi della sua testimonianza. “Quando si è messo a suonare l'antifurto – ha raccontato la donna – mi sono svegliata e sono scesa a controllare. C'erano due uomini incappucciati in cucina. Mi hanno detto: ‘Torna su, vattene via. Stai zitta’. Ero terrorizzata: sono risalita e Roberto è sceso di corsa”. Fa fatica a ricordare Laura, ha confermato che il colpo di pistola non l’ha sentito, poiché il rumore dell’antifurto era assordante.

Il tutto si è svolto in pochi minuti, neppure il tempo di ragionare. La donna, anche lei architetto come il marito, si è soffermata di più a parlare della vita insieme al suo Roberto e al figlioletto di 12 anni. La coppia si era conosciuta ai tempi dell’università, una storia come tante altre coronata dal matrimonio. I coniugi Mottura hanno sempre vissuto a Piossasco, seppure Laura sognasse di ritornare in città, a Torino, dove si reca al lavoro ogni giorno. Non si sentiva sicura in paese, troppo isolati, seppure vivevano vicino ad altre sei famiglie, ma a Roberto piaceva stare lì, con i genitori non troppo lontani. Anche il padre di Roberto, Attilio, non riesce a credere che suo figlio sia morto.

“Era un uomo buono – ha detto – e stravedeva per il suo bambino. Amava il lavoro, la sua famiglia ed era appassionato di mountain bike. Quando mi hanno detto che lui è andato incontro ai ladri per difendere le persone che amava non mi sono stupito: era fatto così”. Poi ha avuto un pensiero per la nuora e il nipote. “La porta per loro è sempre aperta – ha dichiarato –. Non so come potranno andare avanti, come faranno a superare questa assurda tragedia”.

Il 16 giugno Roberto avrebbe compiuto 50 anni. “Stavamo organizzando una super festa. Sa – ha continuato il fratello della vittime – noi siamo una famiglia molto unita, ci vogliamo bene. Ci diamo sempre una mano”.

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