I dati parlano chiaro e lo conferma anche Filippo Anelli, Presidente dell'Omceo di Bari. Le vittime di violenza - soprattutto se sono donne - a causa del trauma tendono a non denunciare o a farlo troppo tardi. Ma sentimenti di sfiducia e paura si sedimentano con conseguenti danni che si ripercuotono non solo su chi ha subito, ma anche sulla stessa professione sanitaria.
Per questo motivo il Consiglio dell'Ordine dei medici del capoluogo pugliese ha chiesto a gran voce di avviare un'azione civile con l'intento di chiedere il risarcimento dei danni a Maurizio Zecca e ad un molestatore seriale di 10 guardie mediche donna della provincia di Bari.
Nel novembre del 2017 Zecca era finito in manette con l'accusa di persecuzione con telefonate - anche notturne - e minacce di morte nei confronti di una dottoressa in servizio presso un ambulatorio della provincia barese. La perseguitata aveva però denunciato l'episodio oltre i 6 mesi previsti per legge. Pertanto l'uomo - a cui inizialmente era stato contestato anche il reato di violenza sessuale - secondo disposizione del Tribunale del Riesame di Bari - era stato scarcerato.
In un secondo momento, la Procura ritenendo che la violenza sessuale fosse connessa allo stalking e quindi reato procedibile d'ufficio, aveva chiesto la carcerazione dell'imputato. Così dopo che il caso venne accolto in Cassazione, il 26 luglio scorso il Tribunale della Libertà ha confermato l'obbligo di dimora e il divieto di avvicinamento alla donna, ma solo per stalking. Su Zecca è stata altresì disposta una perizia psichiatrica.
In una nota si legge che la presa di posizione dell'Ordine dei medici è
dettata da una seria necessità, affinché si sostengano - con azioni di sensibilizzazione sempre più marcate - queste figure professionali quotidianamente esposte ad aggressioni e violenze di vario genere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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