Belluno, 15enne violentato da coetanei al centro per l'asma

Avrebbero immobilizzato e costretto il ragazzo a subire violenze. A processo tre giovanissimi e il vigilante "complice" del branco

Belluno, 15enne violentato da coetanei al centro per l'asma

Immerso nel verde dei boschi e contornato dalle Dolomiti che si specchiano nel lago di Misurina. Un posto paradisiaco, meta dei giovani che durante l'estate vi soggiornano per curare i loro problemi respiratori. Un'oasi di pace e aria fresca che si è trasformata in un inferno per un giovane 15enne, vittima innocente di atti di violenza.

Lo avrebbero prima immobilizzato a letto, legandogli mani e piedi con lo scotch, poi costretto a subire violenze sessuali, utilizzando anche un tubo. È quanto accaduto all'istituto Pio XII Onlus, una struttura extra-ospedaliera, immersa nelle dolmiti bellunesi, accreditata con il Servizio sanitario nazionale come centro per la cura e la riabilitazione dell’asma infantile.

La vicenda

I fatti risalgono al 2013 quando un gruppo di ragazzini si trovava nel centro di Misurina per migliorare la propria respirazione. Durante una notte tre ragazzi ospiti della struttura, di età compresa dai 14 ai 16 anni, si sarebbero intrufolati nella stanza di un 15enne e lo avrebbero violentato. Nessuno si sarebbe accorto di quanto stava accadendo in una delle camere, o forse chi stava vigiliando per i corridoi non ha voluto vedere.

Il processo

A processo, ieri a Belluno, è finito il sorvegliante notturno, Alberto Sandini, ritenuto "complice" del branco di ragazzini accusati di violenza sessuale. Il 32enne ingegnere, originario di Vicenza, all’epoca dei fatti aveva il compito di controllare che durante la notte tutto fosse tranquillo. I reati a lui contestati sono quelli di violenza sessuale di gruppo aggravata dalla minore età dei ragazzini e omessa vigilanza. Sotto accusa, davanti al tribunale dei minori di Venezia, anche i giovani protagonisti dell'aggressione.

La replica della struttura

"I presunti episodi di bullismo, risalenti all'esatate del 2013, al vaglio della Mgistratura, sono stati prontamente segnalati al Tribunale dei Minori di Venezia proprio dall'Opera Diocesana stessa, informata dal personale dipendente, consentendo così l'inzio delle indagini sfociate, oggi, nel procedimento penale. L'Opera Diocesana ha prontamente segnalato alle famiglie delle persone coinvolte la notizia del verificarsi dei presunti atti di bullismo oggi oggetto del procedimento penale, dandone sempre contestuale evidenza e comunicazione anche all'Autorità Giudiziaria competente.

L'Opera Diocesana è parte lesa in questa vicenda e non è stata oggetto di nessun procedimento giudiziario, risultando totalmente estranea ai fatti. L'Opera Diocesana ha appreso solo oggi, a distanza di cinque anni, della conclusione delle indagini e dell'inziio del processo".

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