Il capo dei No Gronda fa mea culpa: "La favoletta? Mi sono fidato dei tecnici"

Paolo Putti, il leader No-Gronda, ex consigliere comunale M5S, si difende dalle accuse arrivate dal web: "Mi sono fidato degli ingegneri di Autostrade per l'Italia che avevano detto che il ponte sarebbe durato cent'anni"

Il comunicato dei comitati "No Gronda"
Il comunicato dei comitati "No Gronda"

“Se non ti puoi fidare di super ingegneri di chi ti devi fidare per avere un dato scientifico attendibile?”. A parlare è Paolo Putti, il leader No-Gronda, ex consigliere comunale M5S ora nella lista civica Chiamami Genova, che, in questi giorni, si è rifugiato in Toscana per fuggire alle minacce di morte che sono state rivolte a lui e alla sua famiglia.

È lui stato proprio il comitato No Gronda a diramare, anni fa, il contestato comunicato in cui si riprendeva le previsioni di Autostrade per l’Italia. “Ci viene raccontata la favoletta dell’imminente crollo — si legge —, potrebbe star su altri cent’anni”. Ora Putti chiarisce: “Me ne rendo conto ma si è trattato di una frase scritta in un momento di aspro dibattito politico. E in ogni caso – precisa in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera - noi riportavamo un dato di Autostrade per l’Italia che definiva il ponte sicuro. Questo mina alla base qualsiasi certezza”. Il leader No Gronda, però, non rinnega le sue battaglie e difende la sua visione di “una Genova integrata” dove “dove non ci siano altre autostrade che passano fra le case”. Per quanto riguarda la Gronda dice: “Com’era stata concepita, non esiste più perché includeva l’esistenza del ponte Morandi.

Lo scenario ora è cambiato totalmente e quindi bisogna rivalutare tutto dal principio e analizzare nuove ipotesi”. Al momento, il suo unico rimpianto è quello di non aver avuto maggiori certezze sulla stabilità del ponte ma era sicuro che gli ingegneri di Autostrade avessero il polso della situazione.

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