Caro Marchionne, i "cretini" hanno perso il 10%

La sparata del numero uno di Fca sulle azioni della Ferrari. Che sono ancora in calo

Caro Marchionne, i "cretini" hanno perso il 10%

Sergio Marchionne è un fenomeno. In tutti i sensi. Alla Fiat è arrivato da assoluto carneade nel 2004, quando la società era quasi fallita e nelle mani delle banche. Oggi, 12 anni dopo, il gruppo Fiat Chrysler è uno dei 5-6 protagonisti mondiali dell'auto e gli Agnelli sono restati i primi azionisti.

Ma Marchionne mostra di essere speciale in tante occasioni. Per esempio, quando parla in pubblico, con quell'italiano che sembra una traduzione istantanea dall'inglese che sta nel suo cervello. Come ieri, quando, pressato dai giornalisti che a Detroit gli chiedevano della Ferrari in caduta libera a Piazza Affari, dove da quando è sbarcata, settimana scorsa, ha perso il 10%, ha risposto secco: «Parlare di reazione di Ferrari in Borsa quando c'è stato lo scorporo e la distribuzione dell'80% del capitale è da cretini».

Fenomeno Marchionne, il cui pensiero corre più veloce della favella. E per di più in almeno due lingue diverse. Perché dare serenamente dei «cretini» agli azionisti Ferrari, per esempio quelli che hanno comprato lunedì scorso a 44-45 e ieri avevano il titolo a 39-40 euro, è senz'altro un'operazione coraggiosa. Voleva dire, Marchionne, quello che sottintende da esperto di mercati, bilanci, finanza. Tanti concetti, troppo complessi per essere espressi in sintesi.

Uno su tutti: che il «prezzo» non va confuso con il «valore». Il prezzo è quello che pago; il valore è quello che compro. Il primo, su un mercato come la Borsa, sale e scende anche molto rapidamente.

Il secondo, invece, è dato e può non coincidere con il primo. E muoversi nel breve periodo per i motivi più vari. È probabilmente quello che sta accadendo alle azioni Ferrari in questi giorni di follia borsistica. Anche perché c'è pure il tecnicismo dello «scorporo» a cui accenna il manager, quello che ha fato cambiare proprietà all'80% del capitale in pochi secondi, causando giocoforza qualche scossone.

E poi c'è anche altro, ma fermiamoci qui.Fenomeno Marchionne, quindi. Che non ce ne vorrà, però, se diamo ragione a chi ieri non ha capito bene.

E che, sentendosi dare del cretino dopo aver investito 4-5mila euro in titoli Ferrari che dopo una settimana ne valgono 4-500 di meno, non ha avuto la lucidità di fare subito riferimento alle teorie del valore di un economista come Benjamin Graham. Bensì ha mandato Marchionne, gentilmente, «a quel paese». Marcello Zacché

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