60enne casalinga: chi è la "regina" dei No vax

Una 60enne bresciana è stata indagata con altre 28 persone per aver reclutato on line "guerrieri" destinati a opere di disturbo alla campagna vaccinale e contro gli hub

La Polizia ha sequestrato diversi materiali del gruppo no vax
La Polizia ha sequestrato diversi materiali del gruppo no vax

Una casalinga di 60 anni, insospettabile, capace di fare proseliti e “istruire“ quelli che venivano ribattezzati “guerrieri“. Per gli inquirenti il compito di questa donna era proprio quello di reclutare e valutare gli aspiranti no vax sottoponendoli a un test di ingresso creato per poter accedere alla chat gestita dal gruppo su Telegram.

L'insospettabile casalinga a capo della rivolta no vax

Ai nuovi guerrieri l'insospettabile casalinga insegnava come mettere a segno atti vandalici contro gli hub vaccinali e gli altri centri creati per la somministrazioni delle dosi anti Covid. La donna bresciana, una sessantenne incensurata e residente in un comune della Bassa bresciana, è tra le 29 persone sottoposte a perquisizioni e finite nel registro degli indagati. per tutti l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata al danneggiamento e all'imbrattamento degli hub vaccinali e di avere costituito, facendone parte, una società segreta e di avere istigato all'interruzione di pubblico servizio. All’insospettabile casalinga bresciana spettava quindi il compito di impartire gli ordini dal tinello di casa, protetta da una vita al di sopra di ogni sospetto. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori la casalinga gestiva il reclutamento tramite una campagna di propaganda su Facebook che introduceva poi a una chat Telegram “Guerrieri ViVi“ ispirata al film “V per Vendetta“.

La chat dei “guerrieri“

Una volta ammessi dalla 60enne nella chat di reclutamento, gli aspiranti guerrieri no vax dovevano ascoltare una serie di audio, registrati da una voce modificata, nei quali si parlava dell’instaurazione di un nuovo ordine mondiale, governato da intelligenze artificiali e si ipotizzavano parallelismi tra il regime nazista e l’attuale situazione di emergenza.

L’esame per colpire gli hub

I nuovi guerrieri al termine del percorso di formazione dovevano anche superare un esame affiancati da un “tutor“ che li addestrava alle prime operazioni. La casalinga bresciana, come amministratrice della chat, forniva indicazioni operative su come muoversi per eludere le indagini.

L’organizzazione segreta

Nessuno dei guerrieri no vax conosceva i vertici che ordinavano il sabotaggio della campagna vaccinale e il danneggiamento degli hub. Ma tutti agivano sotto il simbolo di una doppia V rossa dentro un cerchio, ispirata al film “V per vendetta“. “Accettare l’idea - così scriveva uno degli indagati in un messaggio sequestrato dagli inquirenti e messo agli atti - che sia necessario lottare contro questo nemico e che sia necessario farlo in prima persona perché nessuno verrà a salvarci, significa vivere quotidianamente l’importanza della lotta e della nostra partecipazione ad essa perché, compatibilmente con la nostra vita, il Guerriero sa che ciò che non fa lui non lo farà nessun altro“.

Tutti agli ordini della casalinga

La bresciana coinvolta nelle indagini oltre a istruire i guerrieri e dargli un numero identificativo come nella migliore tradizione dei film di spionaggio, indicava come comportarsi.

Muoversi sempre nei punti ciechi - diceva la donna negli audio di istruzione -. L'importante è trovare una zona sicura senza telecamere. Il problema delle telecamere non è tanto che ti riprendono in un determinato momento, ma che ti possono seguire se passano da un punto all'altro“.

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