Caso Meredith, oggi il verdetto definitivo

Ultima udienza per il delitto di Perugia del primo novembre 2007. L'americana resta a Seattle. La sorella di Mez: "Non so se leggerò la lettera"

Caso Meredith, oggi il verdetto definitivo

Finalmente, dopo 7 anni dall'omicidio, oggi si potrebbe avere la sentenza definitiva sul caso Meredith Kercher. Alle 9:20 di stamattina l'udienza si è aperta alla Corte d'assise d'appello di Firenze, e Raffaele Sollecito (cappotto blu, camicia e maglione) si è seduto senza dire una parola fra i primi banchi assieme ai genitori e al suo avvocato Luca Mauri.

L'ex fidanzata Amanda Knox invece rimane a Seattle, troppo provata - sostengono alcuni - da tutta la faccenda per sostenere un altro appello, ad aspettare il verdetto con la madre. Al suo posto a Firenze ci sono i suoi legali Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. La ragazza ieri ha inviato una lettera alla famiglia di Meredith. "Ci dovrei pensare, non lo so, ma oggi non la vorrei leggere, perché non sento adesso il bisogno di parlare con lei", ha replicato Stephanie Kercher. Amanda da parte sua comprende bene la situazione, e dichiara al Corriere che "Una mia comunicazione a loro, oggi introdurrebbe molta ansia e sofferenza per la famiglia, anche se scrivo solo parole di conforto"

La famiglia di Mez è comunque attesa in aula per la sentenza, che dovrebbe arrivare dopo le 20 di oggi. Non c'è invece l'ivoriano Rudy Guede, che è stato definitivamente condannato per concorso in omicidio e violenza sessuale con sentenza della Corte di Cassazione, Prima Sezione penale, il 16 dicembre 2010, e che adesso sconterà 16 anni di carcere.

Ormai il caso Kercher occupa da anni le pagine dei giornali. I due imputati - Knox e Sollecito, appunto, che si sono sempre dichiarati innocenti - dopo essere stati incarcerati con una condanna rispettivamente di 25 e 26 anni, sono stati assolti e rilasciati il 3 aprile 2011 dopo il processo d'appello. Il procuratore generale di Perugia, Giovanni Galati, in occasione del deposito del ricorso aveva affermato che la sentenza di assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito "è una sentenza da cassare e che deve essere annullata". Per lui, infatti, si tratta di una sentenza con "tantissime omissioni" ed "errori", frutto della malagiustizia italiana, troppo lenta, troppo inesatta, troppo piena di cavilli. L'accusa ha chiesto stavolta 26 anni di reclusione per Sollecito e 30 per la Knox, alzando di poco il tiro.

Contro la Knox si scaglia ancora Patrick Lumumba, in un primo tempo accusato proprio dall'americana dell'omicidio. "Amanda è un lupo travestito da agnello", ha dichiarato oggi il congolese. "Quando è successo il delitto di Meredith, lavorava da me da circa un mese. Ma ho capito subito che non era professionale sul lavoro di cameriera.

Si lasciava spesso abbordare dai clienti e quando ne aveva servito uno non passava subito al cliente successivo, ma rimaneva a chiacchiera a lungo con lo stesso. E' una ragazza molto furba e ha saputo come muoversi con i giudici. Non mi ha mai chiesto scusa personalmente e sono ancora in attesa del risarcimento per la causa vinta di diffamazione".

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