È arrivato al Tribunale di Brescia Massimo Bossetti, convocato per la prima udienza del processo d'appello nel quale è l'unico imputato per l'omicidio della piccola Yara Gambirasio.
Una giornata che inizia senza dichiarazioni da parte della difesa, curata dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, e con il carpentiere di Mapello che spera in un ribaltamento di quella sentenza che il 1 luglio 2016 lo ha condannato per omicidio volontario pluriaggravato.
Niente telecamere, computer o cellulari nell'aula della corte d'Assise e d'Appello di Brescia. La decisione è stata presa dal collegio presieduto da Enrico Fischetti, nonostante le molte richieste di riprendere e registrare le udienze. Il calendario delle udienze del processo di secondo grado è stato già fissato: si tornerà in aula il 6, il 10, il 14 e il 17 luglio per la sentenza.
La sentenza di primo grado, che ha condannato Massimo Bossetti all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, è "ineccepibile". Lo ha detto il procuratore generale della repubblica, Marco Martani, nella sua requisitoria. È "grottesco" - ha aggiunto - pensare, come ha fatto la difesa, che il dna ritrovato sugli slip di Yara sia stato costruito ad hoc "per incastrare qualcuno".
Le foto satellitari del campo di Chignolo d'Isola scattate nel periodo della scomparsa di Yara Gambirasio, depositate dalla difesa come motivo d'Appello, nelle quali non si
vede il cadavere della ragazzina, per il Pg di Brescia Mario Martani "non provano nulla"."Non posso stare a sentire quelli che vengono qui a dire idiozie", ha sbottato in aula Massimo Bossetti, interrompendo la requisitoria.
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