Dopo aver insultato in tutte le salse il leader leghista Matteo Salvini, Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, recentemente ha deciso di superarsi. Il cuoco da centro sociale diventato opinion leader anti-salviniano, parlando su Twitter degl incendi in Amazzonia, ha scritto il suo manifesto terzomondista e intriso d'odio: "Me fa ride chi dice 'elimina la carne, salvi la foresta'. Se stanno bruciando l'Amazzonia è anche per monocolture di mais, canna da zucchero e soia. Il problema non sono solo gli allevamenti intensivi o le monocolture, il problema è culturale. Tutti abituati a spendere, spandere e consumare oltre la necessità reale: il problema vero è il modello capitalistico a cui la maggior parte delle persone non riesce a rinunciare. Se volete salvare il pianeta spendete meno, consumate meno, ed eliminate fisicamente i sovranisti e co".
È lo stesso Chef Rubio che pontifica un giorno sì e l'altro pure sull'umanità, sulle vite da salvare in mare, sull'accoglienza, sui buoni sentimenti: un mondo fatato dove tutti sono buonissimi, purché non siano "sovranisti" o si permettano di avere idee diverse dallo chef protagonista dei programmi tv su Dmax. A quel punto scatta la purga, l'eliminazione fisica del nemico, perché chi si sente moralmente superiore all'avversario politico può dire tutto ciò che gli pare. Ciò che colpisce dell'ennesima sparata da guerra civile di Rubio è innanzitutto la clemenza che i social - come Twitter - gli continuano a riservare, quanto commentatori conservatori - per molto meno - vengono banditi e censurati.
Secondo aspetto, non meno contradditorio, è la totale assenza di condanne da parte della sinistra e dei #restiamoumani. Come la scrittrice Michela Murgia, quella del "fascistometro" e della paranoia antifascista che difende a spada tratta l'amico "chef": "Quella di Rubio è un'iperbole verso una categoria generica, equivalente al dire 'vorrei vedere gli stronzi sparire dalla faccia della terra'. Se categoria generica 'i sovranisti' si ritiene offesa, può agire legalmente". Insomma, la scrittrice, con la consueta spocchia, sta sostenendo che tutto sommato invocare l'eliminazione fisica dell'avversario politico si può fare, se qualcuno ha deciso a monte che quest'ultimo non ha alcuna dignità (questo, naturalmente, lo stabiliscono sempre lo Chef Rubio e Michela Murgia). Eppure chissà cosa sarebbe capitato se un "sovranista" si fosse permesso di invocare l'eliminazione fisica di un'attivista di sinistra. Lo possiamo ben immaginare.
L'umanità è tutta dalla loro parte: dall'altra ci sono solo fascismo, razzismo, barbarie. Ma come spiegava il filosofo Carl Schmitt nel Concetto di Politico, non solo chi parla di "umanità" vuole trarvi in inganno ma proclamare il concetto di umanità e monopolizzare questa parola nasconde "la terribile pretesa che al nemico va tolta la qualità di uomo": e in questa assurda pretesa si nascondono le velleità totalitarie tipiche di questa sinistra chic, intollerante e moralista. È il caso, come nota anche Italia Oggi, anche del brigatista Raimondo Etro, coinvolto e condannato per la strage di via Fani e l'uccisione di Aldo Moro, custode delle armi usate per l'omicidio, che a distanza di 40 anni non ha perso la voglia di dimostrarsi, o millantarsi, per rivoluzionario puro e duro e si diverte a rivolgere alla politica di destra Giorgia Meloni insulti irriferibili, di una violenza e una volgarità infantili, preoccupanti per uno che ha passato i 70 anni.
È la medesima violenza ideologica del consigliere del Partito democratico eletto nel comune di Formigine Alessandro Neviani, che in un commento su Facebook, in riferimento a Matteo Salvini, ha scritto: ""Male che vada prepareremo un altro cappio; lui qua è un pazzo
pericoloso". In questo caso - perlomeno - le scuse sono arrivate, ma c'è da scommettere che se la frase fosse stata pronuciata all'indirizzo di un dem - magari donna - la Murgia avrebbe rispolverato il fascistometro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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