I testimoni e l'avvocato che rinuncia: (ri)parte il processo a Ciro Grillo

Domani partirà il processo per Ciro Grillo e i suoi tre amici genovesi: l'accusa è di violenza sessuale. Un altro avvocato della difesa ha deciso di lasciare

I testimoni e l'avvocato che rinuncia: (ri)parte il processo a Ciro Grillo

Domani prenderà il via il processo per Ciro Grillo e i suoi tre amici genovesi, accusati da Silvia (nome di fantasia) di violenza sessuale. Una tesi che dovrà essere dimostrata e che vede ovviamente accusa e difesa su fronti del tutto opposti: la ragazza ritiene di essere stata coinvolta nei rapporti sessuali contro la sua volontà, mentre i quattro compagni ritengono che Silvia fosse consenziente in quei momenti. Il 26 novembre il gup di Tempio Pausania ha deciso di rinviare a giudizio il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.

Imputati e testimoni

Grillo jr e i suoi tre compagni dovranno difendersi dalla pesantissima accusa di Silvia, convinta di essere stata costretta a del sesso di gruppo nonostante la sua contrarietà. I ragazzi non hanno negato di aver preso parte a dei rapporti sessuali, ma hanno messo in evidenza che la giovane studentessa italo-norvegese fosse a conoscenza di quanto stava accadendo. Sul Corriere della Sera si legge che non dovrebbe essere prevista la presenza degli imputati in aula.

La lista dei testimoni, per entrambi i fronti, è lunga. Ci potrebbe essere Parvin Tadjik, mamma di Ciro, che quella notte si trovava nell'appartamento adiacente a quello dove si sarebbe verificato il presunto stupro. Un ruolo importante è ricoperto da Anna (nome di fantasia, amica di Silvia) che aveva raccontato di aver ricevuto foto di Silvia con dei lividi sul corpo. Ci potrebbero essere poi - tra gli altri - il maestro di kite surf, alcuni amici e il titolare del bed and breakfast in cui soggiornavano le ragazze in quel periodo. L'Adnkronos aggiunge che potrebbero essere citati anche alcuni giornalisti, come Giusi Fasano (Corriere della Sera) e il collega Fabio Tonacci (La Repubblica) per alcune interviste realizzate in Sardegna.

Lascia un avvocato della difesa

Nel frattempo, come riporta La Repubblica, un altro avvocato del collegio difensivo si è sfilato: si tratterebbe di Romano Raimondo, scelto dalla famiglia Corsiglia, che avrebbe così rimesso il mandato. "Non c'è una ragione, è una scelta condivisa", sarebbe la versione. Dunque alla base non vi sarebbe alcuna divergenza difensiva né con i Corsiglia né con i colleghi. Al suo posto dovrebbe subentrare Antonella Cuccureddu, che domani dovrebbe essere presente alla prima udienza al tribunale di Tempio Pausania.

Perché la notizia assume un certo valore? La spiegazione è semplice: già ad aprile 2021 Paolo Costa, che difendeva Vittorio Lauria, aveva deciso di fare un passo indietro e di rimettere il proprio mandato per "alcune divergenze con il mio assistito sulla condotta extra-processuale da tenere sempre, specie in processi come questi". A far discutere era stata un'intervista rilasciata dal giovane a Non è l'arena, trasmissione condotta da Massimo Giletti.

La vicenda

I fatti risalgono alle ore tra il 16 e il 17 luglio 2019, quando Ciro Grillo e i suoi tre amici incontrano le due ragazze in discoteca al Billionaire. La comitiva decide poi di andare nella villetta a Cala di Volpe ed è proprio qui, secondo la versione fornita da Silvia, che si sarebbero consumate le violenze sessuali. E racconta di essere stata costretta a bere un cocktail (di vodka e lemonsoda?). Sono molti gli elementi su cui fare chiarezza: si parla di video che immortalano gli attimi e di foto a Roberta - mentre dormiva - con i genitali vicino al volto.

Una consulenza medico-legale (di parte) sostiene che i lividi potrebbero essere "compatibili con un meccanismo di pressione e

afferramento attuato da più persone contemporaneamente con le mani". Inoltre metterebbero in evidenza un disturbo post-traumatico da stress, giudicato "coerente con un rapporto non consenziente e invasivo".

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