Caso Grillo, uno dei legali rimette il mandato

La decisione è stata assunta dopo due giorni di riflessione da parte del legale, in seguito alle affermazioni del suo assistito nel corso della trasmissione di La7 Non è l'Arena

Caso Grillo, uno dei legali rimette il mandato

L'avvocato Paolo Costa, che difende Vittorio Lauria, uno dei quattro ragazzi indagati per la violenza sessuale di gruppo nella villa di Beppe Grillo in Costa Smeralda, ha rimesso il mandato. La decisione è stata assunta dopo due giorni di riflessione da parte del legale, in seguito alle affermazioni del suo assistito nel corso della trasmissione di La7 Non è l'Arena, condotta da Massimo Giletti. “Vi sono alcune divergenze con il mio assistito – ha detto all'Agi l'avvocato Costa – sulla condotta extra-processuale da tenere sempre, specie in processi come questi”. Il legale ha fatto un passo indietro dopo l'intervista rilasciata domenica 25 aprile dal giovane, nel corso della quale, oltre a criticare il video di Beppe Grillo, spiegava che la ragazza aveva bevuto la vodka "per provocazione" e non perché costretta e che il rapporto era stato consenziente.

“Si vede comunque che la ragazza sta, uno, benissimo e, due, che comunque noi non costringiamo niente”, aveva dichiarato. Sempre in riferimento all’assunzione di alcol aveva aggiunto:“É proprio lei che l’ha presa, da sola e per sfida, come noi comunque abbiamo detto ai Pm, perché è stato proprio così. Per sfida lei l’ha bevuta tutta, 'gocciandola', ma non era tanta, era un quarto di vodka, non lo so adesso. Però comunque proprio lei da sola perché noi non riuscivamo a berla e lei per sfida ha detto 'dai che ce la faccio' e se l’è bevuta. E poi è andata a dire che io l’ho presa per la gola”.

Intanto, si sono aggiunti nuovi dettagli sulla vicenda del presunto stupro di gruppo. Nel fascicolo in possesso della Procura della Repubblica di Tempio Pausania si fa riferimento ad altri particolari riferiti dagli investigatori, compresi gli “schiaffi sulla schiena e sulle natiche” inferti dai quattro protagonisti della vicenda alla vittima. Quest'ultima, una ragazza italo-svedese, ha deciso di denunciare quanto subito solo una volta rientrata a casa dalla Sardegna, più o meno una settimana dopo i fatti avvenuti all'interno della villa di Porto Cervo di proprietà del garante del Movimento 5 Stelle il 17 luglio del 2019.

Con le nuove prove di cui è entrata in possesso, la Procura della Repubblica ha deciso di prendere un ulteriore mese di tempo per rivalutare il quadro indiziario: entro il termine prestabilito dovrà essere depositato in cancelleria un nuovo avviso di conclusione delle indagini preliminari, con un secondo avviso di garanzia.

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