Un brutale omicidio avvenuto a Como è stato scoperto nella mattinata di ieri in modo del tutto casuale, durante le pulizie effettuate in un terreno nei pressi del centro di accoglienza dei Padri Salesiani di Tavernola.
Un ospite della struttura, infatti, si stava dedicando a sgomberare dai rifiuti un’area verde nelle vicinanze, quando ha visto spuntare dei piedi tra le cartacce e la vegetazione, appartenenti ad un cadavere ivi occultato. Immediata la segnalazione alle forze dell’ordine, dopo l’iniziale momento di choc.
Sul posto gli investigatori della squadra mobile di Como, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Nalesso. Questi hanno dovuto operare sul corpo in decomposizione di un uomo africano e di giovane età, con la testa coperta di treccine. Quasi impossibile riuscire ad operare da subito un’identificazione, dato che sul luogo non sono stati rinvenuti elementi utili in tal senso. Di certo si sa solo che, visto lo stato di decomposizione avanzato, il cadavere si trovava lì da almeno 2 o 3 settimane e che l’individuo è stato ucciso da un colpo alla testa di grande violenza, ancora facilmente rilevabile. L’africano era avvolto in una coperta, completamente impregnata del suo sangue, esattamente come un cuscino rinvenuto nelle immediate vicinanze.
Grazie ad una prima perizia effettuata sul cadavere, il medico legale è stato in grado di poter escludere che la ferita alla testa, con sfondamento del cranio, sia frutto di un evento casuale come ad esempio una caduta. Le investigazioni procedono infatti alla ricerca di tracce di un omicidio volontario, ipotesi al momento più probabile.
Resta innanzi tutto da stabilire se l’uccisione sia avvenuta nel luogo stesso del rinvenimento del cadavere oppure altrove, col corpo abbandonato nella scarpata solo successivamente. Saranno preziosi anche gli esami ematici, per verificare la compatibilità tra il sangue della vittima e quello di cui cuscino e coperta risultano impregnati.
Ma prima ancora sarà necessario capire a chi appartiene quel cadavere.
Per far ciò le indagini dovranno obbligatoriamente partire proprio dal centro di accoglienza dei Padri Salesiani, in cui vengono ospitati complessivamente circa 300 richiedenti asilo. Gli stranieri, non ancora regolarizzati, vanno e vengono dalla struttura, dunque non è semplicissimo tenere sotto controllo la situazione.
Esistono tuttavia dei registri in cui sono annotati tutti i movimenti da e verso il centro in questione, che saranno spulciati dagli inquirenti alla ricerca di compatibilità tra il periodo di ipotetico decesso e l’eventuale allontanamento di qualche ospite.
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