Adesso Conte è in bilico: gli servono 6 senatori. E li cerca un po' ovunque

Ma pensare di passare altri due anni così non è certo facile. Anche se molti non vogliono adesso la crisi

Adesso Conte è in bilico: gli servono 6 senatori. E li cerca un po' ovunque

A Giuseppe Conte mancherebbero 6 senatori per andare avanti, o almeno, questo è quanto avrebbe fatto capire nelle ultime ore Palazzo Chigi.

Davvero a Conte mancano solo 6 senatori?

Uno di questi potrebbe essere l’ex grillino Gregorio De Falco che però, come sottolineato da Repubblica, sentirebbe puzza di naufragio, nonostante già in passato abbia votato per il governo. Ma adesso la situazione sembra più complicata. De Falco non avrebbe più fiducia in questo esecutivo e vedrebbe nel premier Giuseppe Conte il vero problema. A questo punto sarebbe forse il caso che il presidente del Consiglio si facesse da parte. Insomma, in questo momento di silenzio tra Conte e Renzi, ancora non si è capito chi salirà sul carro del governo e chi invece preferirà restarne giù. E poca importanza sembrano avere i 156 voti che erano serviti lo scorso 30 dicembre per ottenere la fiducia. Soprattutto se 18 renziani hanno davvero intenzione di salutare e andarsene.

In vista di una prossima caduta del governo, alcuni dem del Partito democratico starebbero cercando di accogliere tra le loro braccia i figli che avevano abbandonato la casa paterna. Come per esempio Eugenio Comincini, Gelsomina Vono e Mauro Maria Marino. E forse altri due, secondo il capogruppo pd ed ex renziano, Andrea Marcucci. Di tutt’altro avviso Davide Faraone di Italia viva, sicuro che tutti i 18 resteranno renziani e nessuno di loro prenderà altri lidi.

Nel momento migliore la maggioranza al Senato era riuscita ad avere quota 170. Poi aveva registrato un su e giù continuo, fino a toccare quota 161. Se 18 renziani dovessero davvero fare le valigie e andarsene, i numeri non ci sarebbero certo. Nel migliore dei casi si arriverebbe a 152. Secondo Palazzo Chigi però servirebbero anche solo 6 senatori per scongiurare il pericolo. E già ci sarebbero. Ma Faraone dubita che poi in commissione ci sarebbe la maggioranza.

Uno dei voti su cui il governo sembra contare è quello di Sandra Lonardo Mastella, moglie del primo cittadino di Benevento e senatrice del Gruppo Misto, che ha detto chiaramente “io sono responsabile ma verso il Paese, non a favore di questo o quello, non è il momento di aprire crisi, direi a Renzi, ma di più non voglio dire”. Anche l’ex grillino Mario Giarrusso ha fatto sapere che si trova a casa sua ed è fuori da questi giri. Con lui però potrebbero dare una mano al governo anche altri ex 5Stelle come Paola Nugnes di Liberi e Uguali e Saverio De Bonis, del Movimento Associativo Italiani all’Estero.

Eliminare e sostituire il premier

Quindi, se ai 152 venissero sommati anche altri 5 o 6, e magari anche tre o quattro renziani, per il premier Conte potrebbe esserci una qualche possibilità di continuare. Ma sono solo supposizioni. Ottimista sarebbe Raffaele Fantetti, membro del Gruppo Misto. Secondo Paolo Romani, ora con Giovanni Toti, “non c'è pallottoliere che tenga. Fare da stampella a Conte sarebbe inaccettabile per noi e per lui. Altra cosa sarebbe un governo di unità nazionale per affrontare la gestione del Recovery, del piano vaccinale e l'uscita dalla pandemia”.

L’idea di eliminare e sostituire Conte per poi proseguire sarebbe anche la tesi dell’Udc, che conta 4 senatori, tra i quali

Paola Binetti che ha subito chiarito:“Ma non lo saremmo mai alla Scilipoti per Conte, se si costruisse invece uno scenario diverso, da fine legislatura, che raggruppi il meglio, allora si potrebbe ragionare”.

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