"Era Alexander il regista, era suo il piano criminale". Martina Levato va a sedersi sulla sedia dei testimoni, per la prima volta, nel processo d'appello a Alexander Boettcher. Sono gli amanti dell'acido, la coppia di ragazzi di buon famiglia che ha sconvolto Milano con le sue imprese, rovinando per sempre la vita di due ragazzi come loro.
A lungo, dopo l'arresto alla fine del 2014, Martina ha difeso Alex, prendendosi tutte le colpe, ultima puntata del gioco perverso di sottomissione in cui si era trasformata la sua storia d'amore col bel broker immobiliare. Ma ora, sommersa dagli anni di carcere che le sono già stati inflitti, Martina ha deciso di dire basta. E di raccontare ai giudici del processo d'appello a Boettcher una storia tutta diversa.
Fin dall'inizio, dice Martina, "l'obiettivo del piano era che io finissi in carcere", ad espiare le sue colpe: i tradimenti che, prima e durante la loro love story, aveva commesso con altri ragazzi. Le aggressioni, cioè, erano finalizzate non solo a punire i suoi amanti occasionali ma a punire anche lei: "Alexander aveva preteso di avere l'elenco completo, e avevamo iniziato a localizzarli".
Io all'inizio non avevo dato molto peso, pensavo che fosse in fondo un suo diritto sapere, ma poi era diventata una ossessione. E io mi sono prestata a questo meccanismo perverso". L'intera sua storia con Boettcher, racconta, era d'altronde segnata da pretese assurde: "Mi imponeva continuamente prove d'amore, tatuaggi, incisioni e altro, che dovevo superare per poter essere la sua donna. Ho anche accettato su sua richiesta una relazione con un'altra donna. C'è stata una escalation che però nel nostro rapporto di coppia era del tutto normale".
Su richiesta del giudice Iole Milanesi, la Levato sta iniziando a indicare uno per uno gli episodi cui sarebbe stata indotta da Boettcher: partendo da quello ai danni di Antonio Margarito, uno studente della Cattolica con cui aveva avuto un rapporto occasionale durante le vacanze. "Alexander mi disse di contattarlo nuovamente fingendo di voler avere una relazione con lui, dopo averlo incontrato lo denunciai per violenza sessuale".
Nel corso dell'incontro successivo, cercò di evirare lo studente. Anche quell'episodio, sostiene Martina, avvenne sotto la regia di Boettcher, come quelli che lo seguirono. Fino all'ultimo, quello ai danni dello studente del Parini Pietro Barbini, anche lui colpevole di avere avuto un rapporto sessuale con lei. Quella sera Barbini reagì, Boettcher venne bloccato, e tutta la storia prese una strada diversa. Altrimenti chissà quanto sarebbero andati avanti.
In aula, a pochi metri da Martina, seduto in giacca blu accanto al suo avvocato, Alex assiste apparentemente impassibile. Hanno avuto un figlio insieme, ora dato in adozione. Stamattina non si sono scambiati nemmeno uno sguardo.
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