Nuovo capitolo sulla vicenda di Martina Levato, la giovane condannata (con il compagno Alexander Boettcher) per aver sfigurato con l'acido il 22enne Pietro Barbini. Una volta dimessa dalla clinica Mangiagalli di Milano, dove il giorno di ferragosto ha dato alla luce il piccolo Achille, la Levato vorrebbe essere trasferita, assieme a suo figlio, in una delle comunità di don Mazzi o in alternativa all’Icam, istituto per madri detenute con figli. La sua difesa formalizzerà probabilmente domani un'istanza in tal senso.
Il Tribunale dei minori deve decidere se madre e figlio potranno stare insieme nella stessa struttura e con quali criteri dopo le dimissioni della donna dalla clinica. Nel caso in cui invece il neonato dovesse essere affidato temporaneamente a una comunità o ad un'altra famiglia, Martina dovrebbe rientrare in carcere a San Vittore. Intanto si apprende che la Mangiagalli di Milano formalizzerà al Tribunale di Milano, a quello dei Minorenni, al Comune e al Carcere che Martina Levato e il suo bambino "sono dismissibili". Lo si è appreso da fonti interne alla clinica che conferma di aver ricevuto "richiesta informale" dal Comune di trattenere madre e figlio ancora qualche giorno.
"Perché non glielo fanno vedere? Deve poterlo vedere, ha il diritto". Così la Levato ha chiesto chiarimenti al suo legale, l’avvocato Stefano De Cesare, sul fatto che il suo compagno non sia riuscito ancora a vedere il figlio da lei partorito.
Don Antonio Mazzi intanto fa sapere di essere pronto "ad accogliere Martina e il suo bambino. Sarebbe la decisione migliore, secondo me. Anzi la meno peggio di fronte a un dramma del genere. È cento volte che lo dico che sono pronto ad accoglierla, sono settimane e mesi. E si poteva evitare così di farla partorire in questo modo. Adesso vediamo cosa succede per il trasferimento. Per il momento sono solo chiacchiere. Non c’è stata ancora la richiesta ai magistrati". E poi aggiunge un altro dettaglio importante: non è vero che Martina non si è pentita di ciò che ha fatto: "Martina ha mostrato subito i segni di pentimento - spiega - è che nessuno li ha mai rilevati. Hanno pensato fosse una manfrina, ma non è vero. Sia lei, sia i suoi genitori sono le prime cose che hanno detto. Ma qui hanno interesse a rilevare solo alcune cose, quelle che creano scandalo e casino, invece di cercare di mettere un po' di calma, serenità e ragionare con la testa. Ho parlato io con i genitori ed è così".
Intanto sulla vicenda si esprime anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Togliere il bimbo a Martina e Alexander per il ministro è stata "una scelta equilibrata da parte del tribunale, nel dramma di una decisione difficilissima. Stringe il cuore (dice in un'intervista alla Stampa) pensare a questo bambino che inizia la sua vita così".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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