La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano comunica "la chiusura ai turisti del Complesso Monumentale del Duomo di Milano nelle giornate del 24 e del 25 febbraio 2020, in attesa di ulteriori e più dettagliate disposizioni da parte delle autorità competenti, da definire a seguito dell'evolversi della situazione. L'area riservata alla preghiera resterà regolarmente aperta secondo le consuete modalità di accesso. Sono sospese le celebrazioni".
L'emergenza dovuta al coronavirus impone scelte dratische. Le tempistiche e la durata del provvedimento, come vale per ogni altra misura cautelativa che viene presa in queste ore, dipenderanno da quello che accadrà nel corso delle prossime fasi. Ma la decisione per il Duomo è stata presa. Il coronavirus continua ad influenzare le scelte degli organi istituzionali e degli episcopati del Belpaese. La Regione Lombardia, considerata la situazione dei contagi, ha in qualche modo caldeggiato la sospensione delle funzioni religiose. Le diocesi lombarde hanno preso atto della disposizione del Pirellone, decretando lo "stop" alle Messe.
Altre realtà ecclesiastiche stanno predisponendo azioni simili. Qualche decisione ha già riguardato una fase specifica della Messa, ossia lo scambio del segno della pace, che i fedeli - per un parroco di Cremona - non hanno potuto compiere. Qualche riflessione sta riguardando le modalità di distribuzione del sacramento dell'eucaristia: c'è chi sottolinea la necessità di evitare troppi contatti tra le mani dei fedeli. Ma si tratta di un aspetto di cui si dibatte per lo più social newtork. Il Patriarcato di Venezia, dal canto suo, ha chiesto a tutti di tenere conto delle "norme igieniche" e di "evitare contatti inutili". A riportare le indicazioni date dall'istituzione ecclesiastica veneta, tra gli altri, è stata la Sir.
Da Venezia, comunque sia, hanno fatto sapere di attendere eventuali ed ulteriori "indicazioni" da parte della Prefettura. E sempre il Patriarcato, in relazione al segno della pace, ha parlato di una facoltà che rimane nel paniere delle scelte dei fedeli. Il Veneto, come sappiamo, è un'altra delle regioni colpite da qualche contagio. E quindi gli ambienti cattolici, che non fanno differenza, cercano di porre un freno a tutti quei comportamenti che possono coadiuvare la diffusione del virus.
Le chiese sono soltanto uno dei luoghi in cui le persone sono solite incontrarsi. E infatti il Nord non può limitarsi soltanto a questo tipo di precauzione: come abbiamo già riportato, ulteriori misure sono stata adottate nei confronti di alcune scuole, università, plessi museali e spazi di svago quali cinema. Alcune delle sfilate previste per il Carnevale di Venezia, almeno stando a quanto abbiamo appreso in queste ore, sono state interessate da un blocco: non si terranno. A Vo'Euganeo, invece, hanno pensato ad un vero e proprio isolamento. La Lombardia - com'era ovvio che fosse - ha esteso le disposizioni ad un numero di attività abbastanza cospicuo: scuole chiuse sì, ma anche sospensioni di qualsiavoglia manifestazione sportiva o ludica dal carattere pubblico. Non è sufficiente: i sigilli verranno apposti anche a musei, cinema e teatri.
Gli studenti del Piemonte, sulla base delle decisioni concordate
dagli amministratori con la Regione, non dovranno recarsi a scuola per almeno una settimana. In Alto Adige, infine, le decisioni sulla sospensione delle attività sono inerenti solo agli asili e alle istituzioni universitarie.
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