Esiste una relazione tra i problemi cardiovascolari e le persone contagiate dal Covid-19? Questa pandemia ha effetti anche sul cuore? La risposta è affermativa e arriva direttamente da Antonio Giuseppe Rebuzzi, professore di cardiologia Università Cattolica Roma.
Il medico evidenzia come gli ultimi studi, quasi tutti effettuati in Cina, dimostrano che è molto elevato il numero degli individui ipertesi o cardiopatici contagiati dall’infezione.
L’epidemia
Recentemente è stato pubblicato sulla rivista Circulation un articolo sul coronavirus e le malattie cardiovascolari scritto da Nir Uriel, che lavora alla divisione di cardiologia della Columbia University di New York. L’esperto analizza l’evoluzione della pandemia e i suoi effetti letali sull’apparato cardiocircolatorio. Viene spiegato che il virus si introduce nel corpo legandosi alla proteina Ace2. Si tratta di un enzima presente nel polmone, nel rene, nell’epitelio intestinale e anche nel cuore.
“La malattia cardiovascolare - precisa Rebuzzi in un intervento sul Messaggero -, che era stata identificata solo come patologia coesistente all'infezione appare essere un fattore molto importante della prognosi nell'attuale pandemia”.
Il professore riporta poi un’indagine su oltre 1000 pazienti cinesi realizzata da Jae-Waan Guan pubblicata sul New England Journal of Medicine. Dalla ricerca è emerso che il 24% dei casi positivi aveva di cuore, mentre la percentuale saliva al 58% tra i pazienti intubati o deceduti. I più diffusi problemi cardiaci erano l’ipertensione (15% del totale, 36% dei più gravi) seguito dal diabete (7,4% del totale, 27% dei più gravi). Altri dati sono arrivati il 5 marzo dalla commissione nazionale sanitaria cinese, la quale ha riportato che il 35% dei contagiati aveva problemi di ipertensione mentre il 17% aveva un disturbo alle coronarie.
“È chiaro quindi che le problematiche cardiovascolari sono comuni nei pazienti con Covid-19, e che questo rende i pazienti ad alto rischio - sottolinea il cardiologo -. I motivi ipotizzati sono vari (età, sistema immunitario non efficace, elevati livelli di ACE2) ma per nessuno di questi abbiamo chiara evidenza scientifica”.
I danni cardiaci
Il medico spiega che il Covid-19 può procurare un danno al cuore, così come altri virus. A questo proposito una ricerca di Dai Wang realizzato sui cittadini di Wuhan ha dimostrato che il 7% delle persone infettate aveva un danno cardiaco e la percentuale si alzava al 22% tra i pazienti ricoverati in terapia intensiva.
“Le ipotesi formulate per la spiegazione del rialzo enzimatico anche in questo caso sono varie - conclude Rebuzzi -, anche se la più probabili è una infiammazione del muscolo cardiaco (miocardite acuta) provocata dal virus".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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