La crisi fa male alla salute: italiani più grassi e depressi

Gli italiani strangolati dalla crisi risparmiano anche su quelle azioni di prevenzione che sono la premessa di una buona condizione fisica

La crisi fa male alla salute: italiani più grassi e depressi

Lo spread sale, la benzina aumenta, lo stipendio invece, quando c'è, diminuisce e peggiorano quindi anche gli stili di vita. Gli italiani fanno i conti con la crisi che, purtroppo, non fa male soltanto al portafogli ma anche alla salute.
A confermarlo i dati del Rapporto Osservasalute 2011, analisi dettagliata dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria pubblicato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, che ha sede presso l'Università cattolica di Roma, coordinato dal professor Walter Ricciardi e curato da 175 esperti di sanità pubblica.
Uno degli elementi che emerge con chiarezza è che gli italiani strangolati dalla crisi risparmiano anche su quelle azioni di prevenzione che sono la premessa di una buona condizione fisica. Ad esempio rinunciano sempre più spesso a frutta e verdura , oramai diventate un lusso per pochi, visti i prezzi. Cala il mumero delle porzioni consumate per la prima volta dal 2005, dal 5,7 al 4,8. Mangiano più frutta e verdura quelli che consumano i loro pasti in mensa.
Dunque gli italiani diventano sempre più grassi. Un terzo della popolazione adulta è in sovrappeso mentre una persona su dieci è obesa. Se si confrontano i dati degli ultimi anni, al 2001 al 2010, si evidenzia l'aumento delle persone in sovrappeso, dal 33,9 al 35,6, e degli obesi, dall'8,5 al 10,3.
E quando si è in sovrappeso è assai più facile finire in ospedale. Sono circa 40.000 i ricoveri all'anno attribuiti ai disturbi da iperalimentazione e all'obesità mentre salgono a 110.000 quelli nei quali l'obesità è indicata fra le diagnosi secondarie.
Uno degli aspetti più preoccupanti però è quello legato all'uso degli antidepressivi aumentato in modo esponenziale dal 2000 ad oggi. Il consumo di farmaci antidepressivi è passato dal 8,18 dosi giornaliere per 1000 abitanti a 35,72 nel 2010. L'aumento dell'utilizzo interessa tutti però è decisamente più evidente nelle regioni del centro-nord, in particolare Toscana e Liguria, che hanno consumi nettamente superiori a quelli del sud. Aumenta anche la percentuale di coloro che ritengono di avere necessità di aiuto psichiatrico e psicologico. La richiesta è cresciuta del 10 per cento negli ultimi 5 anni soprattutto tra gli over 40. Aumentano purtroppo anche i suicidi come evidenzia anche la cronaca di questi giorni.
Anche le scelte di politica sanitaria condizionate dalle ristrettezze economiche rischiano di aggravare la situazione.

Tutte le ultime manovore economiche, osserva il professor Walter Ricciardi, «hanno portato al ridimensionamento dei livelli di finanziamento dell'assistenza sanitaria». Ma i tagli, puntualizza Ricciardi, non hanno ridotto «l'inappropriatezza di molti interventi sanitari e quindi gli sprechi e non hanno migliorato la qualità delle cure».

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