Dj Fabo, il gip non archivia la posizione di Cappato

Il gip ha respinto la richiesta di archiviazione per l'indagine su Marco Cappato che ha aiutato Dj Fabo ad arrivare in Svizzera per il suicidio assistito

Dj Fabo, il gip non archivia la posizione di Cappato

Non può essere un pubblico ministero, se considera una legge ingiusta o arretrata, a sostituirsi al legislatore e a cambiarla o interpretarla a modo suo: questo era stata l'obiezione che molti avevano sollevato nei giorni scorsi, leggendo le motivazioni con cui la Procura di Milano aveva chiesto l'archiviazione dell'inchiesta contro il radicale Marco Cappato, accusato di avere aiutato a suicidarsi il disc jockey Fabiano Antonioli, meglio noto come Dj Fabo.

E stamattina si scopre che ad avere dei dubbi sul proscioglimento di Cappato è anche il giudice chiamato a valutare la richiesta dei pm: il gip Luigi Gargiulo ha deciso di non accogliere la proposta di archiviazione, e ha fissato per il 6 luglio una udienza per valutarla. All'esito di quella udienza, Gargiulo deciderà se accogliere la richiesta o ordinare l'imputazione coatta dell'esponente radicale. In caso di condanna, Cappato rischia tra i cinque e i dodici anni di carcere.

Cappato si era autodenunciato presentandosi ai carabinieri, raccontando di avere svolto un ruolo preciso e determinante nella fase finale della vita di Antonioli, da tempo cieco e immobilizzato in seguito a un incidente automobilistico. Cappato aveva indicato all'uomo la clinica svizzera dove praticare il suicidio assistito, lo aveva portato in Svizzera guidando la sua auto e aveva persino partecipato alle "prove" nei giorni precedenti il suicidio. Era stato poi Dj Fabo, schiacciando con i denti un comando, a dare il via all'iniezione letale.

La Procura di Milano aveva ciò nonostante chiesto il proscioglimento di Cappato, sostenendo l'esistenza di un "diritto al suicidio" in casi senza speranza di guarigione come quello di Antonioli; in questi casi, avevano scritto i pm, sul diritto alla vita prevale il diritto alla dignità, riconosciuto da più di una convenzione internazionale; da un lato i pm avevano sottolineato l'urgenza di un intervento legislativo del Parlamento italiano, ma dall'altro avevano ritenuto che già le norme attuali - interpretate alla luce delle convenzioni internazionali - rendessero non punibile il comportamento di Cappato. Il giudice, evidentemente, non è dello stesso avviso.

Il giudice potrebbe anche scegliere di accogliere la seconda strada indicata dai pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini:

sollevare questione di legittimità costituzionale dell'articolo 580 del codice penale, che punisce chi "agevoli in qualunque modo" il suicidio senza indicare clausole di non punibilità in casi come quello del disc jockey.

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