L'8 aprile scorso, tre giorni dopo l'intervento che avrebbe subito affinché gli ovuli fossero impiantati ad altra paziente, la donna che ha dato il via all'inchiesta che ha portato ieri ai domiciliari Severino Antinori, inviò una lettera per il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato da infermiera e il risarcimento per il danno subito, riservandosi contrariamente iniziative legali. Lo ha spiegato all'ANSA l'avvocato Tommaso Pietrocarlo, difensore del medico, secondo il quale ciò rappresenta "un'anomalia".
La donna firmò, secondo la difesa del medico, un modulo di adesione al programma di ovulodonazione, poi un consenso informato, "dopo aver avuto il supporto di uno psicologo che ne attestò la consapevolezza della scelta e la mancanza di problematiche. Dagli atti emerge inoltre che la donna avrebbe riconosciuto la sottoscrizione di due moduli molto dettagliati dell'11 e del 14 marzo e non quello del 5 aprile", giorno dell'intervento che la donna avrebbe subito affinché gli ovuli fossero impiantati ad altra paziente.
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Antinori, ai domiciliari, è stato portato in ospedale per un malore improvviso. "Sono come Tortora - ha detto all'Agi -, sono accuse ingiuste e folli, mi stanno ammazzando".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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