Dramma all’Idi e al San Carlo: i dipendenti da quattro mesi senza stipendio

Il personale delle due strutture sanitarie della capitale ieri ha bloccato il traffico della via Aurelia antica nella speranza che le istituzioni risolvano la situazione. Da venti giorni sei manifestanti vivono sul tetto. Oggi hanno anche iniziato lo sciopero della fame

Hanno bloccato l’Aurelia Antica nella speranza che qualcuno prenda a cuore le loro vicessitudini. Sono i dipendenti dell’ospedale San Carlo e dell’Idi di Roma che da quattro mesi sono senza stipendio. Una beffa, perché continuano a lavorare ma non vengono pagati. E la politica solamente ora si accorge di loro, che domani riceveranno la visita del sindaco di Roma Gianni Alemanno e del senatore Domenico Gramazio.

Ma il loro dramma si consuma già da settimane e all’Idi di via Monti di Creta sei dipendenti vivono e dormono sul tetto da una ventina di giorni (l’inizio è coinciso con la data della mancata paga) e da oggi è iniziato anche lo sciopero della fame. Sempre oggi l’Aurelia antica, una delle principali strade d’accesso al cuore della città, è stata bloccata da centocinquanta dipendenti, che hanno trascinato fuori dal nosocomio le panchine di ferro per formare uno sbarramento al transito delle auto.

«Abbiamo creato un muro di panchine, piante, vasi di fiori e cesti di rifiuti, due dei quali sono stati incendiati - racconta Antonino Gentile, coordinatore dell’Ugl Sanità Roma Nord -. Sono quattro mesi che non ci pagano lo stipendio, tutte le istituzioni ci stanno ignorando e così non si va più avanti». Sul posto sono arrivate anche diverse pattuglie di polizia e vigili urbani.

«Ci lasciano senza paga - spiega Fabrizio Peroni della Uil - e la congregazione (l’Idi) è assente. I vertici non ci danno buone notizie. Intanto i 6 colleghi sul tetto da oggi entrano in sciopero della fame. Non sappiamo più cosa fare: siamo andati a parlare con tutti, in Regione, dal Prefetto, alla Asl che ha rinviato al commissario Enrico Bondi. Ma c’è un gioco al rimpallo. La congregazione (la proprietà) ha prodotto un buco di 800 milioni, una voragine.

Non sanno come fare ma non ci mollano anche se ci sarebbero altri imprenditori interessati». «È assurdo dover essere costretti a bloccare la circolazione del traffico per attirare l’attenzione sul nostro problema - raccontano i manifestanti - ma ci sono famiglie che sono ormai sul lastrico. Nonostante questo noi continuiamo a lavorare perché crediamo nelle potenzialità di queste due strutture e nelle capacità del personale, medico, infermieristico e ausiliario. La rabbia è tanta e ci sentiamo abbandonati».

Domani mattina il sindaco e il senatore Gramazio si recheranno all’Idi per affrontare la difficilissima situazione che si è creata.

La commissione di Indagione sul Servizio sanitario nazionale, intanto, è all’opera e proprio domani alle 14.30 ci sarà l’audizione del giudice fallimentare del Tribunale di Roma, Caterina Odello. Poi giovedì alle 8.30 toccherà al direttore generale della Asl Roma E, Maria Sabia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica