"Entreremo in Galilea". La minaccia degli Hezbollah a Israele

I terroristi libanesi hanno dichiarato che risponderanno a qualsiasi attacco dello Stato ebraico, anche se di portata limitata. Lanciati un'altra decina di razzi verso la Galilea, uccidendo un civile

"Entreremo in Galilea". La minaccia degli Hezbollah a Israele
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Non accenna a calare la tensione tra Israele ed Hezbollah. Membri di spicco del gruppo filo-iraniano hanno dichiarato ad Al Jazeera che i terroristi libanesi risponderanno a qualsiasi “aggressione” dello Stato ebraico, anche se di natura e dimensione limitata.

Non ci aspettiamo un'invasione di terra israeliana, ma se dovesse succedere, siamo pronti. Se decidessero di entrare in Libano, metteremmo piede in Galilea”, hanno dichiarato. “Gli inviati stranieri hanno suggerito di non rispondere ad alcun attacco per non espandere il conflitto ma noi risponderemo. La leadership della resistenza deciderà la forma e la portata della risposta a qualsiasi potenziale aggressione”. Oltre alle minacce, i terroristi libanesi hanno di nuovo attaccato le regioni settentrionali di Israele. Secondo quanto riferito dalle Idf, la maggior parte dei dieci razzi lanciati martedì 30 luglio sono stati intercettati dal sistema Iron Dome. Uno, però, è caduto nel kibbutz di HaGoshrim, in Galilea, uccidendo un civile. L’esercito ebraico ha risposto con un bombardamento di artiglieria e i caccia con la stella di Davide hanno colpito un sito nel sud del Paese dei cedri. Allo stato attuale, pare dunque che gli sforzi della diplomazia internazionale per evitare un’escalation lungo la Linea blu stiano fallendo.

La situazione tra Israele e gli Hezbollah, che dall’8 ottobre hanno lanciato quasi ogni giorno vettori verso il nord dello Stato ebraico, si è aggravata dopo che un missile ha colpito un campo da calcio a Majdal Shams, nelle alture del Golan, provocando la morte di almeno 12 bambini e adolescenti, più decine di feriti. I terroristi libanesi hanno negato di essere i responsabili della strage, ma le indagini dei servizi di sicurezza israeliani hanno accertato che l’attacco è partito dal Paese dei cedri. Il premier Benjamin Netanyahu ha promesso una dura risposta e il gabinetto di guerra ha approvato i piani di attacco. Al momento, non è noto quando esso avverrà e quale sarà la sua portata.

Nel frattempo, molte compagnie aeree europee hanno sospeso i voli verso Beirut e alcuni Paesi, tra cui Italia, Germania, Norvegia e Francia, hanno invitato i loro cittadini a lasciare la nazione mediorientale. Dal canto suo, l’Iran ha messo in guardia Israele su “conseguenze impreviste” nel caso di una campagna militare in Libano.

Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanaani, ha affermato che “qualsiasi azione ignorante del regime sionista può portare all’ampliamento della portata dell’instabilità, dell’insicurezza e della guerra nella regione”. Sostegno agli Hezbollah è stato espresso anche dagli Houthi yemeniti, che hanno ribadito il loro supporto ai terroristi del Partito di Dio contro qualsiasi azione dello Stato ebraico.

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