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"È il partito dei cattolici". Ma Rete Bianca guarda al Pd

Nasce "Rete Bianca", che si propone di raggruppare i cattolici. Ma le analisi pubbliche già segnalano un dialogo aperto col Partito Democratico

"È il partito dei cattolici". Ma Rete Bianca guarda al Pd

Alla fine un tentativo si farà: "Rete bianca" è quel "partito dei cattolici" di cui tanto si è parlato prima delle elezioni europee. Il coordinamento nazionale ha avuto luogo lo scorso 22 luglio, presso la Sala Marcora del Palazzo della Cooperazione, a Roma. L'universo politico centrista è parecchio eterogeneo. Non è detto quindi che tutte le anime posseggano la certezza di aderire.

La rotta sulla mappa, però, indica almeno una traiettoria. L'appello, nel corso della passata estate, lo aveva lanciato il giornalista Giorgio Merlo sull'Huffington Post. Il nome già c'era. L'introduzione del primo appuntamento assembleare, invece, è stata pronunciata da Dante Monda. Dagospia ha raccontato dell'operazione, rimarcando più di qualche particolare: intanto il giovane cui è stata affidata l'apertura dei lavori è il figlio del direttore de L'Osservatore Romano, poi c'è un presunto placet, che proviene dallo "spin doctor" di Papa Francesco, il gesuita e direttore de La Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro. In Vaticano e dintorni, come è intuibile, non dovrebbero ostacolare la parabola disegnata.

Sì, ma quale collocazione politica nell'epoca della polarizzazione? "In secondo luogo è ormai acclarato che l’esperienza dei partiti identitari è tramontata", appunta sempre Giorgio Merlo su Il Domani d'Italia. Sondaggi e risultati direbbero altro. Quando si è scoperto come i cattolici praticanti avessero votato Lega di Matteo Salvini per la maggioranza numerica, la Conferenza episcopale italiana, tramite il presidente e cardinale Gualtiero Bassetti, ha interpretato il dato, partendo da un assunto: "crisi di proposte". Detto fatto, insomma. A leggere i commenti rintracciabili sulla fonte sopracitata, la soluzione sembra essere stata trovata.

Il tema del "con chi" non è così urgente, ma se ne dibatte:"Personalmente - scrive all'interno di una missiva Giancarlo Infante - non credo che si sia già nella condizione di parlare delle alleanze: se vogliamo essere realisti, in relazione alle condizione del nostro mondo; concreti, se si valutano le vere intenzioni del Pd, visto che soprattutto di esso si parla". Prima la costruzione dal basso, dunque, poi semmai verrà posto il tema dei compagni di viaggio. Ma il Partito Democratico viene citato a iosa nelle riflessioni pubbliche che immaginano la prospettiva, tanto da essere definito anche "casa madre". C'è un virgolettato a circoscrivere quella espressione, ma tant'è. Nella stessa analisi, viene fatto anche il nome di Bruno Tabacci.

Facendola breve: i cristiano-democratici di sinistra sembrano pronti alla reunion. Il percorso da intraprendere, ancora, viene decantato attraverso una dialettica partecipata, che si svolge soprattutto su Il Domani d'Italia. Lorenzo Dellai, ex sindaco di Trento, estende un po' la materia del contendere, inoltrando, certo, un ragionamento agli "amici" del Partito Democratico, ma facendo notare pure un distinguo relativo alle distanze: quella coi populisti sovranisti è abisalle, quella coi grillini è condita da un "'quasi'tutto". Non si sa mai.

La segretria di Nicola Zingaretti vuole aprire al civismo e alle realtà di questo

tipo. "Rete Bianca", "partito dei cattolici", che predica terzietà rispetto ai due poli principali, non è ancora nata o se è nata è ai suoi albori, ma ha già individuato un interlocutore privilegiato: il Partito Democratico.

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