Nei Paesi asiatici è diffusa la pratica di sfruttare, fino alla morte, gli elefanti per portare in giro i turisti: un altro è morto stremato dalla fatica e dai maltrattamenti.
In Thailandia, Cambogia, Laos e Vietnam i pachidermi sono usati nel vero senso del termine. Gli elefanti servono per trasportare materiali e, soprattutto turisti. I tour paesaggistici, però, sono sempre più stancanti e nella maggior parte dei casi le condizioni in cui sono costretti a vivere i poveri animali sono al limite delle proprie possibilità fisiche.
Infatti, il numero di elefanti che stramazza al suolo all'improvviso per la fatica o per maltrattamenti è sempre più in aumento. Non solo devono servire in tutto e per tutto l'uomo, ma devono anche vivere in condizioni pessime e subire continui maltrattamenti che dovrebbero portare maggiore educazione.
Ma quello che sconvolge maggiormente gli animalisti è che durante il tour, le povere bestie vengono punte sulla loro pelle con un particolare uncino, al fine di stimolare la camminata. Il più delle volte, però, questo arnese provoca delle ferite, spesso molto profonde, che, essendo ignorate dagli addestratori, provocano gravi infezioni e successivamente la morte.
Queste condizioni di vita sono veramente assurde e portano morti continue, come quella di oggi. Un elefante femmina, dopo 15 anni di lavoro, è morta per un attacco cardiaco.
Prima di crollare al suolo, ha trasportato alcuni turisti all'interno del tempio Angkor Wat, in Cambogia, per 40 minuti a 40 gradi e senza vento. Le foto che la ritraggono priva di vita al suolo stanno facendo il giro del mondo e stanno scatenando l'indignazione di tutti gli amanti degli animali.
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