La famiglia di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa da Roma il 22 giugno 1983, si oppone all'archiviazione del procedimento relativo al caso dei resti ossei ritrovati presso il cimitero Teutonico. E lo fa, stando a quanto riferiscce l'Adnkronos, con una nuova istanza presentata questa mattina al giudice unico dello Stato della Città del Vaticano.
La nuova istanza
Con un atto formale, il legale della famiglia Orlandi, l'avvocato Laura Sgrò, chiede che venga ascoltato il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, e gli venga fornita la documentazione integrale dell'attività svolta dall'ufficio del Promotore con copia dei filmati dell'attività peritale. La famiglia Orlandi ha deciso, inoltre, di procedere con accertamenti su alcuni frammenti ossei già repertati e custoditi presso la Gendarmeria. La difesa, come riportato nell'istanza di opposizione all'archiviazione, "contesta integralmente" le motivazioni con cui l'Ufficio del Promotore di Giustizia ha chiesto l'archiviazione del caso.
La richiesta dell'avvocato
"In primo luogo perché - scrive nella richiesta l'avvocato Sgrò - dopo l'apertura del vano sottostante la tomba della Principessa Sophie von Holenhole, indicata alla difesa come luogo che custodiva i resti di Emanuela Orlandi, è apparso chiaro a tutti che la via più accessibile al vano non era affatto quella praticata dagli operai ma che sarebbe bastato spostare la lastra di marmo posizionata accanto alla tomba per averne immediato accesso". Per questo motivo, la difesa chiede copia della video registrazione delle attività peritali considerata determinante ai fini della valutazione delle modalità di accesso al vano. Le conclusioni "non sono condivisibili", a detta del legale, nemmeno sul piano scientifico: "Non è possibile, per l'antropologia forense, escludere 'nella maniera più categoricà una datazione basandosi solo su una analisi ottica dei reperti", spiega l'avvocato Sgrò. Nell'istanza infine si chiede che venga ascoltato Pietro Orlandi affinché possa fornire ogni indicazione sulla ricostruzione degli avvenimenti che hanno determinato la richiesta dell'apertura della "tomba dell'angelo".
Le parole di Pietro Orlandi
Una battaglia che continua da ben 37 anni quelli di Pietro, fratello di Emanuela, che non sembra per nulla intenzionato a gettare la spugna.
Proprio come aveva dichiarato alle pagine de IlGiornale.it qualche giorno fa, ribadisce con tono fermo all'AdnKronos: "Noi non ci siamo mai fermati e non lo facciamo nemmeno davanti all'archiviazione perché ci sono troppi buchi, - afferma - aspetti ancora da chiarire".
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