Famiglie indebitate per 22mila euro, rischio usura

Continua a crescere il debito delle famiglie italiane. Per la Cgia la situazione è critica ma non ancora drammatica

Famiglie indebitate per 22mila euro, rischio usura

Continua a crescere il debito delle famiglie italiane, tra inflazione, pandemia e ora anche la guerra in Ucraina. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre, l’associazione Artigiani e Piccole Imprese, che ha diffuso i dati elaborati dal suo ufficio studi: al 31 dicembre 2021 il debito delle famiglie italiane ammontava complessivamente a 574,8 miliardi di euro (+21,9 miliardi rispetto all'anno precedente). Per nucleo familiare l'importo medio era di 22.237 euro che, se messo a confronto con il dato di 12 mesi prima, la variazione è stata positiva e pari a 851 euro.

Come si legge in una nota, la Cgia è preoccupata dal fatto che"non è tanto ciò che si è in grado di misurare, ma quello che non si riesce nemmeno a intravedere; come, ad esempio, il rischio usura. Un fenomeno, quest'ultimo, che, da sempre, è difficilmente dimensionabile, anche quando si hanno dati statistici recenti sul numero di denunce notificate alle forze dell'ordine. Figuriamoci ora, che gli ultimi dati disponibili sono riferiti a un paio di anni fa". Sebbene la quantità dei debiti sia in aumento e gli effetti negativi del caro vita e del caro bollette siano esplosi solo dopo l'inizio del 2020, la situazione risulta essere critica, ma non drammatica.

Le famiglie più indebitate

Secondo l’associazione è possibile che l'incremento sia in parte dovuto alla forte ripresa economica avvenuta lo scorso anno. Dove vi sono i livelli di reddito più elevati si riscontrano anche le realtà più indebitate. Tra gli indebitati vi sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. In ogni caso, le forti esposizioni bancarie di questi territori potrebbero essere legati agli importanti investimenti che ci sono stati negli anni scorsi nel settore immobiliare che, naturalmente, sono riconducibili a famiglie benestanti. Le famiglie più in ‘rosso’ sono situate nella provincia di Milano, con un debito medio di 33.523 euro; mentre al secondo posto troviamo quelle di Monza-Brianza, con 31.547 euro.

Per quanto riguarda invece il Mezzogiorno, si deve fare un altro discorso. Infatti, nonostante in termini assoluti la situazione sia meno critica rispetto al resto d’Italia, il peso dell'indebitamento delle famiglie più povere è certamente maggiore che in altri luoghi. Si legge nella nota che“la maggiore incidenza del debito sul reddito si registra nelle famiglie economicamente più deboli, ovvero in quelle a rischio povertà ed esclusione sociale. I dati dell'Istat ci dicono, inoltre, che le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero dei nuclei familiari in difficoltà economica, visto che gli effetti di questi choc economici hanno aumentato il divario tra poveri e ricchi".

Qual è il rischio

L’aumento dei prezzi dei prodotti, alimentari e non, del carburante, e di energia elettrica e gas, non va certo a migliorare la situazione. Il rischio usura per artigiani, commercianti e partite iva è dietro l’angolo. Non si può avere un’idea dei numeri neanche guardando le denunce fatte all’Autorità giudiziaria, perché spesso le vittime non denunciano i loro aguzzini, soprattutto per paura di rivendicazioni anche verso i propri familiari.

Secondo la Cgia le realtà più a rischio sono quelle dei lavoratori autonomi che si indebitano per poche migliaia di euro, e dopo qualche mese non riescono a restituire i soldi, perché gli interessi hanno raggiunto livelli per loro insostenibili.

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