Febbre alta da giorni, ma niente tampone: muore 58enne di Potenza

Il drammatico racconto della figlia del 58enne, morto dopo aver supplicato per giorni di poter effettuare un tampone faringeo. Arrivato in ospedale quando era ormai troppo tardi, Palmiro è spirato nel reparto di terapia intensiva

Febbre alta da giorni, ma niente tampone: muore 58enne di Potenza

Aveva la febbre alta da giorni, e per tale ragione si era rivolto ai servizi sanitari locali per richiedere di effettuare un tampone faringeo. A nulla, tuttavia, erano servite le ripetute telefonate al numero verde regionale ed al 118: nessuno, infatti, si era presentato presso la sua abitazione per sottoporlo al test, dal momento che non mostrava alcun altro sintomo oltre all'innalzamento della temperatura corporea.

Ricoverato quando era ormai troppo tardi all'ospedale San Carlo di Potenza, il 58enne Palmiro Parisi è deceduto alle prime luci dell'alba di domenica scorsa (29 marzo). A raccontare il doloroso calvario dell'uomo è la figlia Maria, che in questi ultimi giorni ha lasciato un lungo post sulla propria pagina Facebook.

“Mio padre non aveva neanche la tosse... È stata inviata la richiesta per il tampone, perché se un povero disgraziato ad alto rischio, che fa il lavoro che fa mio padre girando ovunque e ha la febbre che non aveva da 10 anni, chiama il grande sistema sanitario che ci ritroviamo e chiede di fare un tampone per sicurezza viene chiamato 'esagerato'. Viene chiamato ipocondriaco e allarmista che per un po' di febbre scatena l’ira di Dio!”, si sfoga la giovane sui social, senza trattenere la rabbia.“Gli viene detto al telefono che dalla voce sta bene e non serve fare il tampone perché non presenta sintomi gravi a detta loro e perché - cito testuali parole dette al telefono - 'Non possiamo mandare un'ambulanza e fare un tampone a tutti quelli che ci dicono di avere la febbre'” .

Un errore fatale, quello dei sanitari, dato che da quel momento le condizioni di Palmiro non fanno che aggravarsi. Alla fine, come riferito da “Il Gazzettino”, la famiglia è stata costretta a minacciare gli operatori del 118, dicendo di voler contattare le forze dell'ordine. Il 58enne, infatti, stava rapidamente peggiorando, tanto da mostrare segni di cianosi causati dalla carenza di ossigeno. “Mio padre ha cominciato a delirare dicendo frasi senza senso, aveva le dita viola perché non riusciva a respirare”, racconta la figlia su Facebook. Quindi, finalmente, l'arrivo dell'ambulanza. Malgrado le sue gravi condizioni, Palmiro è costretto a scendere le scale ed a lasciare da solo la propria abitazione, avviandosi in vestaglia verso il mezzo di soccorso.

Raggiunge l'ospedale San Carlo di Potenza nella notte fra il 22 ed il 23 marzo, dopo oltre 10 giorni di febbre trascorsi a casa: i sintomi, infatti, erano cominciati lo scorso 13 marzo. Ricoverato in terapia intensiva, l'uomo non riesce a reagire nonostante le cure. Il tampone faringeo conferma il timore della famiglia: Palmiro aveva contratto il Coronavirus. Ed ora sul caso è scoppiata la polemica. In tanti, infatti, non accettano che il test del tampone venga effettuato solo in caso di sintomi conclamati. Non sono mancati neppure coloro che con amarezza hanno ricordato come alcuni personaggi famosi abbiano invece potuto sottoporsi al test per molto meno.

“Questo post non vuole offendere nessuno, ho un grande rispetto per chi lavora incessantemente

per aiutare tutti i malati indipendentemente dalla patologia”, spiega la figlia di Palmiro. “Capite solo che mio padre poteva essere assistito meglio prima di aggravarsi e che stiamo tutti soffrendo”.

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