Per fortuna la Bce ha spento l'incendio delle Borse

Per fortuna la Bce ha spento l'incendio delle Borse

Per fortuna abbiamo la Bce di Mario Draghi nel doppio ruolo di estintore di incendi finanziari e di propulsore dell'economia. Il presidente della Bce è stato chiaro su entrambi gli argomenti. Le Borse lo hanno capito, con il rialzo in tutti i listini europei e quello italiano col maggior aumento ed il recupero dei titoli bancari. Lo ha capito il mercato finanziario, con la discesa dello spread del debito pubblico italiano sotto cento punti.

Andiamo per ordine. Cominciamo dall'azione della Bce di pompiere dell'incendio che ha infiammato la Borsa e i mercati finanziari circa una eventuale crisi bancaria. Il sistema bancario europeo, ha detto Draghi, è solido, nonostante le sofferenze sui prestiti. Le analisi che la Bce sta svolgendo, con i suoi questionari su tali sofferenze non riguardano solo le banche italiane, ma quelle di tutti i Paesi e mirano soprattutto a confrontare le diverse prassi adottate per smaltirle, onde individuare le soluzioni migliori. I problemi ci sono, ma possono essere fronteggiati, senza perdere la calma. La Bce del resto - non avrebbe preso la decisione mantenere fermi il suo tasso di interesse a 0,5 punti e la sua politica di Qe, ai livelli fissati in dicembre, se ci fossero rischi in una parte del sistema bancario, dato il pericolo di contagio che ciò genera. L'attuale politica monetaria mediante acquisto di debito pubblico e di enti pubblici e para pubblici continuerà sino al marzo 2017, come stabilito sei settimane fa. Ciò benché di recente il tasso di inflazione abbia manifestato una tendenza al ribasso. Ma Draghi ha annunciato, nella conferenza stampa, che nella seduta di marzo la Bce rivedrà la sua politica in senso espansivo, per l'obbiettivo di stabilità monetaria, definito come un tasso di inflazione fra l'1% e il 2%.

Ha aggiunto che continuerà a farlo. Insomma, la Bce non ritiene che, con la sua politica attuale, il tasso di inflazione sia fuori controllo e vi siano rischi per il mercato finanziario. Però pomperà nuova liquidità nel sistema in marzo per fronteggiare le sfide generate dal rallentamento della crescita dell'economia cinese e dal ribasso del petrolio, sceso sotto i 30 dollari. I mercati leggono in questo ribasso tre segnali: 1) la domanda mondiale di energia è minore del previsto perché l'economia mondiale crescerà meno del previsto; 2) la maggior offerta di energia dovuta al progresso tecnologico ha generato nuovi ritrovamenti e una miglior logistica; 3) la guerra economica fra Paesi produttori di petrolio, che è in sé una cosa buona per i consumatori, è frutto di un conflitto politico-militare gravido di imprevisti.

La Bce, spiega Draghi, ha i mezzi e la volontà di espandere l'offerta di moneta per sostenere l'economia europea nelle future turbolenze e lo farà con determinazione. Ma non subito. Il messaggio è chiaro: voi ragazzi tendete a spender male la moneta che io vi do, in aggiunta a quella che vi davo prima, per far fronte alle nuove necessità. Quindi, non vi do altra moneta oggi, per non agevolare le vostre cattive abitudini e perché non ne avete un bisogno urgente.

Però ve la darò alla fine del trimestre, perché le vostre nuove necessità mi stanno a cuore e ho i mezzi per aiutarvi. L'eurozona è come una vettura con due cavalli: quello di Bruxelles batte la fiacca e a volte sbanda, ma c'è quello francofortese che tira nella giusta direzione, con buoni garretti.Francesco Forte

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